(ANSA) - GENOVA, 30 APR - Gli attivisti di Genova che osa,
associazione che a Genova porta avanti da anni indagini e
iniziative su tematiche sociali che riguardano i giovani, ha
deciso di presentare una proposta di deliberazione di iniziativa
popolare dal titolo "Tutela della retribuzione minima salariale
nei contratti del Comune di Genova". L'idea è di evitare in ogni
modo le forme di quello che viene definito "sfruttamento
mascherato da volontariato" e viene considerata una retribuzione
minima di nove euro l'ora da parte del Comune di Genova per i
giovani (e non solo) che saranno impiegati come supporto negli
eventi o in altre iniziative.
"L'idea del provvedimento nasce dalla mancata approvazione
del salario minimo a livello nazionale e dalle tragiche
conseguenze che ogni giorno si riscontrano in una società sempre
più polarizzata in cui il numero di individui e famiglie sotto
la soglia di povertà cresce quotidianamente" spiegano i
promotori.
Una proposta simile è stata recentemente portata avanti anche
all'interno del Comune di Firenze. Genova che osa spiega che "i
contratti a tempo indeterminato offerti a Genova sono solamente
il 18% del totale, percentuale decisamente più bassa rispetto a
quelle di altre città del nord Italia come Torino e Milano" dice
Lorenzo Azzolini. "La legge ligure prevede di pagare le persone
con un contratto di tirocinio 500 euro al mese, la metà della
soglia di povertà assoluta, che si attesta sopra i 900 euro
mensili. Leggendo questi dati non stupisce che il 90% delle
persone giovani dica che Genova non risponde alle esigenze
lavorative", aggiunge Amanda Pederzolli. "Di fronte ai silenzi
del governo sulla proposta di fissare per legge un salario
minimo che garantisca alle lavoratrici e ai lavoratori una paga
oraria che non evochi lo sfruttamento, chiediamo che il Comune
di Genova faccia quanto il Comune di Firenze ha già fatto,
fissando un salario minimo di 9 euro da applicare agli addetti
degli appalti nei quali il Comune è stazione appaltante. Un modo
chiaro per dire che mai più una lavoratrice o un lavoratore che
opera nei servizi in appalto del Comune di Genova possa
percepire un salario da fame" dice il capogruppo e segretario
genovese del Pd Simone D'Angelo. Nel momento in cui la proposta
sarà dichiara ammissibile dagli uffici comunali - entro 50
giorni dalla presentazione - Genova che osa avrà tre mesi per
raccogliere 200 firme e quindi per portare il documento in
commissione e poi in consiglio comunale entro settembre. "Per
noi è un modo di far discutere di questi temi nelle sedi
istituzionali visto che fino a oggi il sindaco Bucci e
l'amministrazione sono stati sordi alle nostre richieste di
dialogo", conclude Azzolini. (ANSA).
Proposta salario minimo a 9 euro per "volontari" Comune Genova
La presenta 'Genova che osa' con supporto di Pd e Rossoverdi