(ANSA) - PARTINICO, 11 MAG - "Lo sappiamo, la morte fa parte
dell'esperienza di vita terrena, ma ciò non ci consola: il modo
in cui Ignazio ha lasciato i suoi affetti più cari, il modo in
cui ha perso la vita, è profondamente ingiusto. Morire sul
lavoro è un segno preoccupante che dice di una società fragile,
nella quale non c'è lavoro per tutti e quando c'è, spesso non è
dignitoso, è sottopagato, non è rispettoso della dignità umana;
è un lavoro che dimentica la persona e ha come unico orizzonte i
suoi obiettivi e il guadagno".
Tantissimo dolore nella chiesa madre di Partinico. In prima
fila la moglie di Giordano, insieme ai tre figli. La chiesa è
piena e tanti fedeli sono rimasti fuori. Sono presenti anche i
sindaci dei Comuni di Partinico (Piero Rao), Casteldaccia
(Giovanni Di Giacinto), San Cipirello (Vito Cannella),
Montelepre (Giuseppe Terranova) e Giardinello (Antonio De LucaI.
Per l'arcivescovo "se ancora oggi si muore di lavoro con una
frequenza impressionante, significa che qualcosa non va". "Le
chiamano morti bianche, ma rappresentano la sconfitta di questa
nostra società, la sconfitta di tutti noi - ha proseguito -
Spesso ci vengono riproposti i numeri impressionanti delle morti
bianche che aumenta di giorno in giorno: non sono numeri, sono
uomini e donne e qualche volta minori traditi da quel lavoro nel
quale riponevano speranza. Non distraiamoci da questa
emergenza". (ANSA).
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