Cronaca

Allieva della scuola marescialli dei Carabinieri di Firenze morta suicida. La famiglia: 'Stressata da un regime assurdo'

La Procura aveva già aperto un fascicolo

Allieva della scuola marescialli dei Carabinieri di Firenze morta suicida

Redazione Ansa

     Sulla morte della allieva carabiniera 25enne che si è tolta la vita nel bagno della Scuola maresciallo di Firenze lo scorso 22 marzo la Procura di Firenze aveva già aperto un fascicolo, che è tuttora senza indagati e senza ipotesi di reato. Il pm Giacomo Pestelli è in attesa degli esito dell'esame affidato al Ris del cellulare, trovato dai carabinieri accanto al corpo senza vita della ragazza. Poi ascolterà anche i suoi genitori. 

 

La famiglia ha denunciato un clima di vessazioni tali da causare alla figlia, che era al secondo anno di corso, uno stato di costante stress e disagio che potrebbe averla indotta al suicidio. I genitori hanno scritto al sindacato Unarma che sulla vicenda presenterà un esposto alla procura del capoluogo toscano. Della loro iniziativa e della lettera in cui denunciano lo stato di prostrazione della figlia riportano varie testate giornalistiche. La giovane si sparò con la pistola di ordinanza dentro la scuola.

Nella lettera al sindacato i genitori ricostruiscono fatti e circostanze che provano lo stress psicofisico della 25enne "che non ne poteva più di sottostare a 'regole' poco funzionali che si insinuavano in ogni ambito della propria vita", "dalla porta delle camere che doveva stare sempre aperta, al controllo del modo di vestire in libera uscita, a ordini assurdi", "un ambiente estremamente rigido e totalitario", "stava perdendo i capelli". Un episodio coinvolge anche il padre, pure lui carabiniere, che nell'ottobre 2023 ebbe una discussione coi superiori della figlia dopo che lei le aveva raccontato di esser stata obbligata a presentarsi all'adunata alle 6.15 del mattino "nonostante avesse il Covid e sintomi influenzali". E ancora la giovane riferiva ai genitori che "chi ha conseguito un esame con voto 18-19-20 salta il pernotto", "dietro la porta della camera ci deve essere solo l'acqua, niente sotto la scrivania, niente beauty case nel bagno", "le ragazze non possono indossare stivaletti durante le libere uscite". "Così mi tolgono la vita", diceva ai genitori.
   

Il padre: 'Nessuno si spiega ancora il perché mia figlia si è uccisa'

"Nessuno di noi familiari si spiega ancora perché mia figlia si è uccisa", "la domenica era stata a casa ed era tranquilla, il giorno dopo l'abbiamo contattata, mia moglie ci ha parlato, con me ha scambiato dei messaggi poi dopo le 11 circa non ha risposto più ai messaggi di nessuno. Una collega di corso che non riusciva a contattarla è andata a cercarla trovandola morta. Le è successo qualcosa che l'ha turbata, non capiamo cosa. Speriamo che le indagini aiutino a chiarire". Lo dice il padre della 25enne allieva della Scuola marescialli dei carabinieri di Firenze morta suicida il 22 aprile rispetto alla lettera in cui la famiglia riporta le critiche che la 25enne aveva fatto durante i mesi di corso su alcune regole della Scuola. Lettera che un esposto del sindacato Unarma farà acquisire domani agli atti della procura di Firenze. "Non accusiamo nessuno, l'Arma ci è stata vicina - prosegue - ma vogliamo sapere perché Beatrice si è uccisa e vogliamo che si parli di questi suicidi che avvengono nelle caserme, ne vanno capite le cause, che problemi ci sono, perché non si ripeta per altri la stessa cosa successa a lei".

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