(ANSA) - ROMA, 17 MAG - Inviavano mail citando finti atti
giudiziari per reati gravissimi come la pedopornografia online,
costringendo poi il malcapitato a pagare una "multa" per evitare
la prosecuzione del procedimento. Questo il modus operandi di un
gruppo criminale con base logistica nella Bergamasca scoperto
dalla Polizia nell'operazione 'Polo Est'.
A dare il via alle indagini del Centro Operativo per la
Sicurezza Cibernetica, coordinato dalla Procura di Bergamo, è
stato il caso di un cittadino italiano residente in Cina.
Ritenendo autentica una delle tante finte mail con logo della
Polizia Postale e addirittura la firma di un funzionario di
polizia (attualmente in pensione), ha ceduto al ricatto pagando
la somma complessiva di 117.500 euro, spaventato soprattutto dal
reato che gli veniva contestato, quello proprio della
pedopornografia. Dopo mesi di minacce e vessazioni, resosi conto
dell'inganno, il malcapitato ha sporto querela presso la Polizia
Postale di Milano. Le 12 perquisizioni eseguite nei confronti di
altrettanti soggetti - un cittadino italiano, un senegalese e
dieci nigeriani, di età compresa tra i 25 e i 54 anni - hanno
consentito di rinvenire una copiosa documentazione inerente alle
movimentazioni di denaro provenienti dalla vittima, nonché
quelle riferibili all'attività di riciclaggio dei proventi
illeciti. L'analisi dei dispositivi informatici, eseguita sul
posto dai poliziotti della Polizia Postale milanese, ha
riportato a galla anche le conversazioni tra gli appartenenti al
gruppo criminale, nonché quelle con le vittime.
La Polizia di Stato in una nota tiene a sottolineare che in
nessun caso comunicazioni ufficiali e notifiche di atti
giudiziari o amministrativi (come, appunto, sanzioni pecuniarie)
vengono effettuate utilizzando la posta elettronica, né
tantomeno mediante comunicazioni telefoniche, ancorché
provenienti da numeri di telefono corrispondenti a quelli reali.
"I criminali - si legge - utilizzano infatti tecniche di
spoofing che permettono di modificare a proprio piacimento
l'indirizzo e-mail del mittente, così come il numero di telefono
chiamante.
Eventuali e-mail recanti loghi araldici della Polizia di Stato
e/o di suoi reparti specialistici, da soli o associati a quelli
di altre autorità, sono da ritenersi assolutamente false e, come
tali, inviate con finalità fraudolente o comunque illecite".
(ANSA).
Estorcevano denaro per finti atti giudiziari, sgominata banda
Inviava mail in cui venivano contestati reati di pedopornografia