Cronaca

Le ultime foto di Leonarda Cianciulli, la "saponificatrice di Correggio"

La serial killer fu accusata di aver ucciso tre donne negli anni '40

Redazione Ansa

Due foto inedite, in bianco e nero, di quella che viene considerata "la" serial killer, ovvero Leonarda Cianciulli, la cosiddetta 'saponificatrice di Correggio' accusata di aver ucciso negli anni '40  tre donne. I documenti sono venuti alla luce dopo un intenso lavoro di ricerca durato 15 anni da parte di un editore ferrarese, Fausto Bassini.
 

 "Nella sua ultima immagine che ci resta - spiega Bassini alla Nuova Ferrara che oggi pubblica le foto - nonostante sia stata scattata nell'inferno di un manicomio criminale e nonostante l'infermità mentale fosse in lei davvero presente all'epoca (a differenza di 24 anni prima, quando al processo aveva con scaltrezza simulato la pazzia), appare paradossalmente serena, priva di sofferenza". La donna è inquadrata mentre guarda l'obiettivo, si mette in posa e accenna persino un sorriso. Ha il volto scavato dall'età e da rughe profonde, i capelli non più tinti. Irriconoscibile rispetto alle immagini finora note.


   Cianciulli morì per un ictus alle 2 di notte del 15 ottobre 1970 dopo quasi due giorni di coma, nel "manicomio giudiziario per donne" di Pozzuoli (Napoli), all'età di 76 anni. Vi si trovava rinchiusa continuando a scontare una condanna della Corte d'Assise di Reggio Emilia per aver raggirato e ucciso tre compaesane a scopo di rapina fra il 1939 e il 1940, nell'appartamento abitato con la famiglia a Correggio, e distrutto i loro corpi per occultarne le tracce "mediante saponificazione", scrissero i giudici.


   Le due foto, finora inedite, risalgono all'8 luglio 1970. Sono contenute in uno dei numerosi sottofascicoli carcerari e clinici intestati alla Cianciulli, per un migliaio di carte complessive, ritrovati da Bassini, a partire da una ricerca presso la Casa Circondariale di Pozzuoli. Il Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria), racconta il ricercatore, si fece spedire quel fascicolo nel proprio Museo criminologico e solo dopo alcuni anni lo versò all'Archivio di Stato di Napoli diventando accessibile.


   "Sono atti molto affascinanti - dice il ricercatore - Circa le dinamiche omicidiarie, non aspettiamoci grandi rivelazioni o nomi di complici: nel corso degli anni la Cianciulli farneticherà un movente dei delitti non più propiziatorio e legato a sacrifici umani ma addirittura politico, quando invece ben sappiamo che mirava solo al peculio delle tre vittime, poco o tanto che fosse. A ogni modo il 'sacro Graal' di questo migliaio di fogli - aggiunge - è costituito da un paio di fotografie segnaletiche, a oggi sconosciute, scattate (in due pose diverse) all'interno del manicomio giudiziario femminile di Pozzuoli, l'8 luglio 1970.

   Un fotosegnalamento tardivo, forse per colmarne l'assenza in tutti i sottofascicoli carcerari e manicomiali dell'incartamento. Documento eccezionale perché si tratta delle ultime immagini in vita, che conosciamo, dell'iconica delinquente". 

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