(ANSA) - ROMA, 20 MAG - Diffondere l'uso dell'incidente
probatorio tramite una adeguata formazione dei magistrati alla
trattazione dei casi di violenza di genere: in questo modo, con
l'incidente probatorio disposto d'ufficio, obbligatoriamente, si
eviterebbe di stressare ulteriormente la vittima e si
velocizzerebbero i procedimenti. Lo ha sottolineato il
vicepresidente del Csm Fabio Pinelli audito oggi pomeriggio
davanti alla Commissione sul femminicidio presieduta da Martina
Semenzato sul tema della risposta organizzativa degli uffici
giudiziari nell'affrontare i casi di violenza di genere. Un
approfondimento sul tema era stato chiesto dalla Commissione al
Csm lo scorso 22 gennaio.
L'incidente probatorio "se chiesto dai pm e correttamente
interpretato dai giudicanti (il riferimento è alla sua
sostanziale obbligatorietà), è destinato a evitare l'audizione
in dibattimento della vittima e ad imprimere d'altro canto un
accelerazione allo stesso processo facilitando la celebrazione
di riti alternativi". Oltre a caldeggiare una formazione
giuridica dei magistrati per andare in questa direzione, Pinelli
ha aggiunto che occorre anche migliorare "la capacità di
comprensione e analisi in capo al giudice degli aspetti sociali
e psicologi, non trascurando che l'audizione di soggetti
rispetto ai quali le domande volte all'accertamento della verità
potrebbero comunque essere foriere di ulteriori disagi e
sofferenze".
Per quanto riguarda la formulazione delle domande, per
Pinelli "ciò implica che i giudici stessi chiamati a porre le
domande ma anche le parti, e dunque il p.m. e/o i difensori,
ricevano una adeguata formazione sulla modalità di formulazione
delle domande stesse al duplice scopo, si badi, di non creare
ulteriori danni o disagi a chi è stato vittima, ma anche di
evitare che colpendone la fragilità se ne possano di fatto
alterare le risposte", ha concluso il vicepresidente del Csm.
(ANSA).
Pinelli, incidente probatorio d'ufficio in casi violenza genere
Così si evita la vittimizzazione secondaria in dibattimento