Da un lato, sul lungomare di Pozzuoli, c'è qualcuno che fa footing. Dall'altro lato c'è chi ha appena trascorso la notte in auto dopo le tantissime scosse che hanno fatto tremare, di nuovo, i Campi Flegrei. Giovanni, sua sorella, l'amica Caterina con due cagnolini e il cognato hanno dormito tutti in auto. E c'è una cosa che li ha colpiti: "l'allarmismo della gente ieri è stato il vero pericolo". "Sia chiaro - racconta Giovanni - qui tutti abbiamo paura del terremoto. Noi per primi vivendo in una zona interna di Pozzuoli abbiamo deciso di trascorrere la notte in auto. Ma quello che abbiamo visto ieri, è accaduto davvero poche volte".
Giovanni racconta che dopo la forte scossa, la più forte degli ultimi quarant'anni, la gente" è letteralmente impazzita".
"Quando c'è stata la scossa successiva a quella fortissima la gente ha dato letteralmente i numeri - continua Giovanni - ha iniziato a correre in strada e, cosa pericolosa, si è messa alla guida dell'auto cercando di fuggire in tutti modi. Così si è creato il caos. E così si potevano creare situazioni di serio pericolo".
C'è un altro punto che i ragazzi sottolineano. "La gente è poco informata non sa cosa fare, non sa dove andare, non sa dove sono i punti di fuga - continua Giovanni - ieri siamo riusciti a sapere soltanto la magnitudo della scossa, la profondità e nient'altro. Nessuno è venuto ad informarci in strada, anche sui social poche sono state le informazioni. È così che si crea il panico tra la gente".
Margherita vive a Pozzuoli da 47 anni. Qui, nel cuore dei campi Flegrei, è nata ma ora, per la prima volta, sta seriamente pensando di andarsene. La notte scorsa lei, il marito, la bimba di sei anni e i suoceri di 90 e 84 anni, esasperati dalla paura, si sono messi in auto e sono andati addirittura a Formia.
"Io non ho mai visto niente del genere - dice Margherita ancora in lacrime - la terra non smetteva di tremare. E come se qualcosa da sotto la facesse scoppiare. Eravamo tutti qui sul lungomare, cittadini esasperati, ragazzi arrabbiati che hanno anche buttato a terra delle transenne. Nessuno che ci diceva nulla e così abbiamo deciso di scappare in auto". E così, km dopo km, sono arrivati a Formia.
"Gli alberghi erano tutti chiusi- racconta il marito Luigi - qualcuno, per una notte, ci ha chiesto 200 euro. E così abbiamo deciso di dormire in un'area di servizio. Oggi siamo tornati, solo per prendere alcune cose a casa ma lì non ci vogliamo restare". Luigi e Margherita stanno valutando "per la prima volta nella vita" di lasciare Pozzuoli.
"Noi conosciamo bene il fenomeno del bradisismo ma la scorsa notte non è stato questo, è stato un vero e proprio terremoto e noi non ce la facciamo più, non si può vivere così, non si può vivere sempre avendo paura di morire", dice Luigi. Poi, sul lungomare di Pozzuoli, inizia a camminare e mostra una strada: "la vede questa strada, è un cantiere ma in realtà dovrebbe essere una via di fuga: come possiamo ancora vivere qui?".
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