(ANSA) - ROMA, 22 MAG - "Signor presidente, siamo centinaia
di genitori di ragazze e ragazzi che frequentano la scuola
superiore. Una di loro, studentessa di un liceo di Roma, è
tornata a casa con la testa spaccata dal manganello di un
poliziotto.
"Come genitori - proseguono - ci rivolgiamo a lei, signor
presidente, per esprimere il nostro sconcerto e la nostra
preoccupazione. La Costituzione della quale lei è garante, la
Carta che le nostre figlie e i nostri figli studiano a scuola,
assicura il diritto di manifestare, di riunirsi pacificamente e
senza armi, la libertà di esprimere il proprio pensiero. È
questo che insegniamo in classe e in famiglia ed è questo
insegnamento che i giovani mettono in pratica quando manifestano
per difendere il diritto all'aborto, per contestare gli accordi
di collaborazione militare con le università israeliane o per
chiedere che il governo Israeliano smetta di massacrare migliaia
di donne, bambini, ragazzi come loro.
Quando però le nostre figlie e i nostri figli scendono in piazza
per esercitare questo diritto e far sentire la loro voce
rischiano di finire al pronto soccorso. Non si tratta più di
casi isolati ma di un copione che si ripete. Non accade lo
stesso con gli ultras armati di spranghe che mettono a ferro e
fuoco le città. In quel caso, la furia di tifosi adulti viene
tollerata e contenuta senza far scattare ogni volta la conta dei
feriti. Perché, invece, gli studenti minorenni e disarmati
vengono manganellati? Le nostre figlie e i nostri figli tornano
a casa impauriti, sgomenti, arrabbiati. Raccontano dei coetanei
a terra, del sangue, delle ferite, delle cariche, ci mostrano i
video girati con i loro telefoni. La violenza delle forze
dell'ordine rischia di innescare nei giovani più suggestionabili
una risposta violenta. A questo si vuole arrivare?". (ANSA).
Duecento genitori a Mattarella, 'nostri figli manganellati'
'C'è diritto manifestare ma ragazzi finiscono a pronto soccorso'