(ANSA) - CATANIA, 27 MAG - Si allarga il fronte dei
risarcimenti nei confronti di familiari delle vittime di
patologie contratte dopo emotrasfusioni infette: il Tribunale di
Caltanissetta ha riconosciuto il danno subito non solo al marito
e alla figlia della vittima, anche al genero e ai nipoti. La
sentenza riguarda il caso di una donna che, dopo una trasfusione
di sangue, nel 1973, ha contratto il virus dell'epatite C che,
procurandole una cirrosi epatica, ne ha poi causato la morte. Il
marito e la figlia, assistiti dall'avvocato Silvio Vignera,
hanno ottenuto, per la perdita della congiunta, un risarcimento
di oltre un milione di euro. Ma il Tribunale di Caltanissetta,
accogliendo la tesi del danno subito anche dagli altri familiari
avanzata dal legale, ha riconosciuto il diritto al risarcimento
anche al genero e ai nipoti, determinandolo in 300mila euro.
Per l'avvocato Vignera, che li ha assistiti in giudizio, è
una sentenza "innovatrice e storica, destinata a fare scuola.
"Il genero e i nipoti della donna deceduta - spiega il legale -
hanno convissuto per diversi anni con lei, intrattenendo una
fitta rete di affetti, di frequentazioni e di stabili
relazioni". Per questo, secondo l'avvocato Vignera, "il
Tribunale di Caltanissetta si è correttamente posto nel solco
del miglior principio recentemente reso dalla Corte di
Cassazione secondo il quale il danno da 'perdita del rapporto
parentale' è da riconoscere anche a genero, nuora e nipoti, non
ai soli componenti della cosiddetta 'famiglia nucleare'".
(ANSA).
Morta dopo trasfusione, risarciti anche il genero e i nipoti
Tribunale: 'hanno convissuto con lei, danneggiata rete affetti'