Patrizia, Bianca e Cristian. Dalla più giovane al più grande, dai 20 ai 25 anni.
E' una strage di ragazzi quella che ormai sembra sia avvenuta a Premariacco (Udine), a causa della piena improvvisa del fiume Natisone.
Dopo quasi 36 ore dalla scomparsa, i soccorritori hanno perso ormai ogni speranza di ritrovare i giovani ancora in vita, ma ovviamente proseguiranno nelle ricerche fino a quando non avranno restituito i loro corpi alle famiglie. I parenti sono giunti stamattina sul posto e da allora assistono, muti, alle continue verifiche da parte dei vigili del fuoco e dei tecnici della Protezione civile.
Un precedente di annegamento nel torrente friulano desta, però, inquietudine: un esperto sommozzatore, che morì in zona, fu ritrovato, casualmente, soltanto due anni più tardi. Perché il corso d'acqua presenta numerose forre nelle quali si può restare inesorabilmente impigliati.
Il piccolo esercito di soccorritori spera, invece, che il bizzoso Natisone confermi la propria natura: così come si ingrossa in maniera repentina, altrettanto velocemente si sgonfia. Tornando ad avere portate esigue, come quegli scarsi 4 metri cubi al secondo che garantiva venerdì mattina, divenuti 250 solo poche ore più tardi, quando i ragazzi si erano avventurati, imprudentemente, all'interno del suo alveo, per scattare qualche foto ricordo. C'erano tante cose da celebrare: il test appena superato da Patrizia, iscritta al secondo anno dell'Accademia di Belle arti; un esame terminato poco prima delle 12, giusto in tempo per salire in auto con gli amici e raggiungere "Premariacco beach", approfittando anche di un'improvvisa - e inattesa - schiarita del cielo.
C'era da festeggiare la riunione familiare di Bianca, da soli tre giorni in Italia per fare visita ai genitori, che non vedeva da molto tempo; per non parlare del ricongiungimento con il fidanzato Cristian, che dopo una sosta in Austria dal fratello si era precipitato in Friuli per poter stare con lei. Un momento di gioia da condividere e immortalare con il telefonino. Ma niente selfie spericolati: avevano scelto come sfondo i colori primaverili del Natisone. Senza fare i conti con il suo terribile lato oscuro. In pochi minuti il torrente, ingrossato a monte da precipitazioni eccezionali, ha iniziato a salire. Niente che sembrasse così tragico. I ragazzi avevano percorso un sentiero che conduce al centro del greto.
Da quella posizione si sono visti sbarrare la strada del ritorno a riva da una prima lingua d'acqua. In quell'istante c'è stata la loro ultima chance di salvezza. "Erano all'asciutto - ricorda l'autista dello scuolabus comunale che transitava sul ponte soprastante - ma già nel panico. Si vedeva che non sapevano cosa fare. Li separava dall'argine soltanto un tratto di un paio di metri d'acqua, fondo al massimo fino all'altezza del loro busto. Non se la sono sentiti di guadare, sono arretrati fino al centro del letto del fiume". Lì hanno atteso i soccorsi, nell'abbraccio tristemente famoso. Il resto sono lacrime di disperazione dei parenti, assistiti da una psicologa, e l'attesa che una quarantina di tecnici specializzati, tra sommozzatori e fluviali, riescano a recuperare qualcosa di più della borsetta e del telefonino che Patrizia aveva usato per lanciare l'Sos e rinvenuti oggi grazie a un drone dotato di un sistema che capta il segnale dei cellulari. E' l'unico successo di una giornata mesta in cui l'elenco delle vittime da incidenti fluviali si è allungato di un'unità: oggi è stato trovato il corpo di un pensionato di 67 anni lungo il fiume Guà, nel territorio di Trissino (Vicenza). Era scomparso ieri sera, la sua auto è stata trovata dai Vigili del fuoco vicino al greto del Poscola un torrente di Castelgomberto (Vicenza), che scorreva a livello di guardia, anche in questo caso per le abbondanti precipitazioni.
'Le bizze del Natisone'Nella zona dove sono stati travolti i ragazzi ci sono diversi avvallamenti creati dalle piene del passato. La stradina che scende al fiume entra accanto a una piccola piattaforma e, poco dopo, proseguendo verso il ponte, il livello si abbassa tantissimo, per poi risalire e ritrovarsi sulla collinetta. E' lì, su una sorta di collinetta, che avevano deciso di fermarsi i tre ragazzi, come descrivono alcuni residenti di Premariacco che conoscono bene la zona e le "bizze" del fiume Natisone.
Purtroppo, in pochi minuti questa conca si é riempita d'acqua e non sarebbero riusciti ad attraversarla perché sarebbero stati trascinati dalla corrente che era diventata immediatamente impetuosa, spiega un altro residente. Per il quale invece, "giustamente" le due ragazze e il giovane hanno chiamato e aspettato i soccorsi. "Purtroppo il livello si é innalzato in maniera eccezionale in pochissimi minuti prima che i vigili del fuoco potessero approntare un sistema per agganciarli".
Un fiume difficile il Natisone: qualche decina di metri più a valle c'è un punto in cui l'acqua, anche in condizioni normali, raggiunge i 15 metri di profondità e ci sono correnti e mulinelli che trascinano sul fondo e fanno incastrare tra i massi della forra. Quindi, "i tre ragazzi dovevano essere ignari del pericolo: solo i residenti conoscono le bizze del Natisone. Ieri mattina, quando sono scesi nel greto per fare delle fotografie, non c'erano avvisaglie di quanto sarebbe successo, l'accesso era sgombro e l'acqua, bassa e ancora calma, scorreva unicamente sul lato opposto a dove si trovavano loro"
Il fiume ha raggiunto i 250 metri cubi al secondoSono state rese note le portate d'acqua del fiume Natisone nella mattinata e nel pomeriggio di ieri. Sono dati fondamentali per capire l'eccezionalità dell'evento che ha coinvolto i tre ragazzi travolti dalla piena.
I numeri si riferiscono a misurazioni a monte del luogo della tragedia; il fiume impiega una ventina di minuti per raggiungere il luogo della tragedia. Alle 11.30 la portata d'acqua era ancora soltanto di 20 metri cubi al secondo, all'interno di un letto molto ampio. Alle 13, cioè quando i ragazzi erano già sul greto, la portata è diventata improvvisamente di 135 metri cubi al secondo. Alle 13.35 i ragazzi sono stati raggiunti dalla piena e hanno lanciato l'allarme in contemporanea con numerosi passanti.
Alle 15 la portata del Natisone è diventata addirittura di 250 metri cubi, ed erano già in corso le disperate - e pericolose - ricerche dei vigili del fuoco con natanti e il gruppo sommozzatori.
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