Cronaca

Il giallo dell'ex hotel Astor a Firenze e la scomparsa di Kata

Ci sono due indagati, lo zio materno Abel e lo zio paterno

Redazione Ansa

"A un anno dalla scomparsa di Kata, la bimba peruviana sparita nel nulla dall'ex hotel Astor, le indagini continuano non si sono mai interrotte". Cosi il procuratore Filippo Spiezia nel corso di una conferenza stampa al palazzo di giustizia di Firenze.
"Abbiamo continuato a coltivare nuove piste investigative ma abbiamo anche proceduto a una rilettura, che è ancora in corso tra l'altro, di ampi materiali investigativi che sono stati raccolti nella prima fase delle indagini. Questo perché con una maggiore familiarità di voci e volti di persone oggi è possibile valorizzare dettagli che nella prima fase delle indagini erano stati ritenuti meno significativi. L'indagine rimane altamente complessa e ciò deriva dalla circostanza che la notizia della scomparsa della minore è arrivata alle autorità di polizia con un gap temporale rispetto a quanto riteniamo sia avvenuta la presunta scomparsa".

"Crediamo che la scomparsa di Kata sia il frutto dell'attuazione di un piano ben organizzato e non di un'attività estemporanea" ha proseguito il procuratore. "La procura segue quattro piste: la prima quella del traffico di droga, poi il racket delle stanze all'ex hotel Astor, vicenda che sta a monte della scomparsa per cui la procura ha esercitato l'azione penale, la pista dello scambio di persona di Kata con l'amichetta e quella a sfondo sessuale". 
   

I sequestratori di Kata hanno sfruttato un buco delle telecamere di videosorveglianza

"Abbiamo la conferma che la rete di telecamere che circondano l'ex hotel ha un buco, un'area non coperta dal sistema di video sorveglianza e abbiamo ragione di credere che sia quello spazio sia stato sfruttato da chi ha organizzato la sottrazione e la scomparsa della bambina peruviana" ha detto Spiezia. "Questo è uno degli indici che ci induce a credere che si sia trattato di un piano ben predisposto. Ci sono due indagati - lo zio materno Abel e lo zio paterno - e allo stato non ci sono elementi per poter archiviare le posizioni di questi soggetti", ha concluso.

Una delle piste: vendetta per un'altra bimba abusata

Ci sarebbe un'altra pista, diversa da quella di una vendetta maturata nel 'racket degli affitti' nell'occupazione illegale dell'ex hotel Astor, che la procura di Firenze starebbe approfondendo per cercare la bambina peruviana Kata, 5 anni, scomparsa il 10 giugno 2023 dalla struttura. Riprenderebbe forza, secondo quanto emerge, l'ipotesi che Kata possa esser stata sequestrata come "vendetta trasversale" per un abuso sessuale subito da un'altra bimba che viveva anch'ella dentro l'ex albergo. Gli inquirenti e gli investigatori dei carabinieri starebbero tentando di bucare il muro di omertà  che
nei mesi ha annebbiato le indagini provando a esaminare di nuovo un'ipotesi che era stata fatta agli inizi della vicenda ma che non ebbe, almeno in quella fase, riscontri idonei a tenerla in considerazione.

Un anno fa le accuse della madre: "Qualcuno sa e non parla"

Qualcuno sa, o vide, il 10 giugno portare via Kata all'Astor ma non parla. Ne è convinta la mamma, Kathrine Alvarez, denunciando omertà  tra gli occupanti abusivi dell'albergo. "Ci sono persone che sanno, hanno visto e non parlano?", gli chiedono i giornalisti. "Sì , questo è sicuro. Qualcuno ha visto e non vuole parlare", risponde lei ricordando quel pomeriggio quando tornò dal lavoro e non trovò  più  la bambina. "Al rientro c'era un ambiente un po' strano, ma non pensavo che fosse per mia figlia ne'  per me". "Quel giorno - ha detto ancora - dentro avevo una sensazione, un presentimento. Ma siccome, mi sono detta, non sono stata minacciata da nessuno, non ho avuto mai un debito con nessuno, non mi sono resa conto che c'era un problema con me o che poteva succedere qualcosa a mia figlia". Invece "speravo che in questi tre mesi qualcuno parlasse, dicesse la verità , ma nessuno finora lo ha fatto". Kathrine ha fatto un appello agli occupanti dell'Astor: "Mi rivolgo a Lidia, che era l'amministratrice del condominio", ossia dell'ex hotel occupato abusivamente, "e a tutti gli altri: chi sa qualcosa lo dica". La donna ha reso noto che è  partita una raccolta di fondi "necessari per trovare Kata e per compensare le persone che dicono la verità ". "Spero di trovare mia figlia e avere la verità, sono passati tre mesi", ha aggiunto in lacrime. Dei sospetti li ha e sono stati riferiti da
tempo agli inquirenti.
  

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