Cronaca

Trova auto davanti casa, guardia giurata uccide il vicino

La vittima e un ferito sono suoi parenti. Da tempo c'erano liti 

Redazione Ansa

"Omicidio volontario": al termine dell'interrogatorio il sostituto procuratore della Repubblica di Frosinone Vittorio Misiti non ha avuto dubbi nel formulare il capo d'accusa nei confronti di Alessandro Dell'Uomo. Ha sparato per uccidere i parenti, uccidendo lo zio e ferendo gravemente il cugino.

Un delitto non programmato e non organizzato dalla guardia giurata di 40 anni ora finita in carcere: un'esplosione di collera al culmine di una discussione avvenuta all'alba perché aveva trovato le loro auto sulla strada di passaggio obbligato per raggiungere la sua abitazione al termine del turno di lavoro. Al momento il magistrato è convinto che le cose stiano così. Ci sono però vari particolari da approfondire, chiarire, investigare: sono emersi nelle oltre due ore di interrogatorio nelle quali l'indagato è stato assistito dall'avvocato Tony Ceccarelli.

È con lui che si è presentato in caserma dai carabinieri, mettendosi a disposizione degli inquirenti. "Si tratta di dettagli che però sono in grado di fare la differenza, non posso essere più preciso essendoci accertamenti in corso" ha detto il legale. Vecchie ruggini e parentele in una zona dell'entroterra ciociaro: Veroli è una delle città più antiche e cariche di storia nella provincia di Frosinone, ce ne sono tracce tredici secoli prima di Cristo, era alleata strategica di Roma come raccontano 'I Fasti' il rarissimo calendario in marmo completo in ogni dettaglio, era sede vescovile dall'ottavo secolo dopo Cristo. In città ci sono le votazioni, si deve rinnovare l'amministrazione comunale. Alessandro Dell'Uomo è una guardia giurata che ha preso servizio sabato sera ed all'alba di domenica sta rincasando nella sua abitazione di località Castelmassimo. Sta in fondo ad uno stradello sterrato, che parte dalla proprietà di alcuni suoi parenti. Con i quali ci sono ruggini da anni proprio per quel passaggio. Questa mattina su quella strada ci sono parcheggiate le auto dei parenti.

Alcuni dicono che facendo un po' di attenzione si poteva passare, altri dicono che no non c'era lo spazio. Sta di fatto che a quell'ora del mattino ne nasce una discussione. Cosa si dicono e cosa fa scattare la molla ora è nei verbali. Fatto è che partono dei colpi di pistola e ad impugnare l'arma è Alessandro Dell'Uomo. Uno di quei colpi uccide il pensionato Silvio Scaccia di 75 anni mentre gli altri feriscono in maniera molto grave il figlio Mariano Scaccia di 47 anni, avvocato del Foro di Frosinone specializzato nel Civile. Entrambi sono suoi parenti: Alessandro Dell'Uomo è nipote di Silvio Scaccia e cugino di Mariano, essendo figlio della figlia del fratello del deceduto. In pochi minuti arrivano i carabinieri e le ambulanze.

I sanitari possono solo constatare il decesso di Silvio, mentre Mariano Scaccia finisce d'urgenza in sala operatoria all'ospedale Spaziani di Frosinone. Lo operano all'addome, i proiettili hanno fatto danni: ma i medici nel pomeriggio, pur mantenendo riservata la prognosi, dicono che la sua vita non è in pericolo. Alessandro Dell'Uomo si allontana a piedi tra i campi, ha ancora con se la pistola: da casa lo chiamano e lo convincono a non fare sciocchezze ma di costituirsi. Lui chiama l'avvocato Ceccarelli e insieme si presentano in caserma. Lì racconta la sua versione al sostituto Misiti e lascia aperti alcuni punti sui quali chiede di indagare. Si è difeso? Lo hanno provocato? "Non posso aggiungere altro" dice l'avvocato Ceccarelli poco dopo le 12.30 al termine dell'interrogatorio. Il magistrato non ha dubbi: alle 13.30 firma il provvedimento con cui si aprono le porte del carcere di via Cerreto. Per omicidio volontario.
   

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