Morire di lavoro. È successo ancora in Lombardia. Due morti, e tutti di giovane età, nel giro di due giorni. Prima a Lodi, giovedì scorso, dove a perdere la vita era stato Giampaolo Bodini, 18 anni, e oggi a Mantova. La seconda vittima è un 35enne , Mirko Schirolli di Rivarolo Mantovano, schiacciato dal macchinario a cui era addetto all'interno dello stabilimento Sintostamp di Cividale Mantovano, che si occupa di stampaggio di materiale plastico.
La tragedia si è verificata questa mattina poco prima delle 8. Il giovane, prima di cominciare la produzione, doveva pulire con uno straccio i rulli del macchinario. In servizio, in quel momento, c'era un altro collega che si trovava però distante, dall'altra parte del capannone. Schirolli ha cominciato a svolgere la sua mansione. Si sarebbe avvicinato troppo ai due rulli rimanendo impigliato con un braccio. Il macchinario lo ha risucchiato in un baleno senza lasciargli scampo. Il collega non si è accorto di nulla e solo dopo un po', quando si è avvinato al macchinario, ha trovato Schirolli riverso, ormai senza vita.
L'ambulanza del 118 è arrivata subito assieme ai vigili del fuoco e ai carabinieri. Poco dopo è toccato ai tecnici della prevenzione e ambienti di lavoro dell'Ats Val Padana per chiarire le dinamiche dell'incidenti e, soprattutto, le cause.
Dovranno infatti stabilire se l'infortunio è stato causato da un cattivo funzionamento della macchina o da un attimo di distrazione da parte del lavoratore, e verificare se tutti gli accorgimenti per la sicurezza sul lavoro erano stati adottati.
La morte di Mirko è arrivata come un fulmine a ciel sereno a Rivarolo dove era molto conosciuto. Il giovane, che aveva un contratto interinale con un'agenzia di somministrazione del lavoro di Mantova, lavorava nella fabbrica da cinque anni e abitava con i genitori. I sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec, in un comunicato congiunto, hanno espresso cordoglio ai familiari e ai colleghi e hanno stigmatizzato "un'altra giornata di rabbia, dolore e frustrazione verso una quotidianità che ci costringe ad aggiornare la conta di quello che è ormai diventato un vero e proprio bollettino di guerra".
"Siamo di fronte ad un lavoro sempre più insicuro - hanno aggiunto - nel quale ogni giorno in media tre lavoratori escono di casa la mattina e non vi fanno ritorno la sera. Servono interventi sulla prevenzione e investimenti sulla formazione ". Il tutto mentre non si è ancora spenta l'eco per la tragica fine di Pierpaolo, il diciottenne lodigiano, schiacciato da una seminatrice che stava rimettendo a posto dopo averla utilizzata in un campo. Lui che era un innamorato dell'agricoltura e che svolgeva quel lavoro con grande passione e applicazione, come l'operaio mantovano, entrambi vittime; se solo di un tragico destino oppure di altro lo stabiliranno le rispettive procure che hanno aperto un fascicolo per chiarire le cause degli incidenti.
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