Cronaca

Meningite scambiata per un mal di testa, a giudizio 3 medici

Processo nel 2025. I genitori della vittima: 'Le diedero un antidolorifico'

Meningite scambiata per mal di testa, a giudizio tre medici

Redazione Ansa

Scambiarono una grave forma di meningite per un banale mal di testa e lombosciatalgia. Errori medici costati la vita a Valeria Fioravanti, una ragazza di 27 anni a Roma. Due diagnosi errate effettuate nei Pronto Soccorso di nosocomi della Capitale. Per questo tre medici sono stati rinviati dal gup della Capitale per omicidio colposo per una morte avvenuta nel gennaio del 2023.

"Siamo soddisfatti, Valeria ci manca come l'aria, siamo fiduciosi - commentano i genitori Tiziana e Stefano presenti a piazzale Clodio - per il corso della legge, i magistrati stanno lavorando con molta cura senza tralasciare niente. È evidente l'errore che è stato fatto dai medici, Valeria non è stata messa sotto osservazione. Non hanno provato a curarla, le hanno dato un antidolorifico, non ci sono parole, una ragazza che viene al pronto soccorso per quattro volte, sempre in condizioni peggiori, ogni volta le hanno cambiato cura, in 15 giorni sono riusciti ad ucciderla".

Secondo quanto accertato da una consulenza disposta dalla Procura, la malattia che uccise la ragazza non venne riconosciuta, non si eseguirono gli esami specifici per tempo nonostante il quadro clinico suggerisse di verificare se la paziente fosse affetta da meningite.

Nei Pronto Soccorso di due ospedali, dove la ragazza si recò per farsi visitare alla luce dei forti dolori, non fu accertata la malattia: gli fu diagnosticata una cefalea causata da un movimento "incongruo" compiuto mentre si lavava i capelli. Il secondo errore, a sette giorni di distanza, in una altra struttura ospedaliera della Capitale dove le venne diagnosticata una lombo sciatalgia. Alla giovane venne prescritta una cura farmacologica a base di Toradol.

Secondo il capo di imputazione i medici sono stati "superficiali" nel trattare la paziente. Oltre la diagnosi sbagliata, la somministrazione del potente antinfiammatorio, che ha sostanzialmente eliminato il dolore ma non ha fermato il decorso della malattia, ha reso impossibile un intervento celere per scongiurare il decesso.

Il calvario della ragazza inizia nel periodo di Natale del 2022. Valeria si reca in ospedale per la rimozione di un foruncolo che si era infiammato. Nei giorni successivi continua, però, a stare male. Il 29 dicembre si reca in altro nosocomio: qui i medici riscontrano una cefalea forse dovuta ad un movimento sbagliato mentre si lavava i capelli. Le viene prescritto il farmaco da assumere per dieci giorni. Il quadro non migliora e dopo una nuova visita, la 27enne, il 4 gennaio, si reca in una terza struttura ospedaliera dove viene sottoposta ad una tac lombo sacrale: per i dottori si tratta di sospetta lombo sciatalgia. Altro Toradol.

Due giorni dopo l'ultima visita la situazione precipita. Da una tac celebrale emerge la meningite acuta in fase conclamata. Da qui la corsa contro il tempo per salvarle la vita ma il quadro clinico diventa drammatico al punto che la ragazza muore il 10 gennaio nonostante i disperati tentativi per salvarla.
   

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