Cronaca

Barche strappate al crimine salpano nel nome della legalità

Rimesse a nuovo da Lega Navale,hanno nomi di vittime della mafia

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 28 GIU - Strappate al crimine salpano ora nel nome della legalità.
    Sono le otto barche a vela con "pregresso di malaffare: traffico di droga, traffico di migranti, riciclaggio di denaro sporco, traffico anche di armi rimesse a nuovo da una sezione della Lega Navale italiana e intitolate a vittime della mafia e del terrorismo: sono decine, centinaia i magistrati, forze dell'ordine, politici, giornalisti, operai, sindacalisti, professori universitari. E la loro storia, come è stato detto, verrà raccontata nelle scuole, nei porti, verrà raccontata in un anno e mezzo in giro per l'Italia". Lo annuncia il presidente della lega navale italiana, Donato Marzano, durante l'evento inaugurale della campagna "Mare di Legalità" al porto turistico di Roma, a Ostia. "La barca - ha aggiunto - diventa così il simbolo, proiettando in mare e dal mare, nei porti e nelle comunità, la storia di quei servitori dello Stato che hanno combattuto, perfettamente consapevoli dei rischi che correvano, il terrorismo e le mafie, e che alla fine hanno sconfitto con il loro esempio, con il loro spirito di servizio. Una lotta che però non è finita, che lo Stato porta avanti tutti i giorni". Le imbarcazioni a vela, al termine della cerimonia, dopo essere state disormeggiate hanno preso simbolicamente il largo. Sulle vele sullo strallo di prua, le effigie delle vittime di mafia a cui sono state dedicate la otto barche: al sindacalista Placido Rizzotto, al generale dei Carabinieri, Carlo Alberto Dalla Chiesa, ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, al giornalista Pippo Fava, al politico Piersanti Mattarella, al giornalista Peppino Impastato, all'ufficiale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, Natale De Grazia, alla magistrata Francesca Morvillo e agli agenti della scorta sulla Quarto Savona Quindici, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. (ANSA).
   

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