Cronaca

Onda Pride, cortei in 7 città "contro le leggi dittatura". Schlein a Milano: "Serve una legge contro le discriminazioni"

Manifestazioni anche a Bari, Cagliari, Dolo, Napoli, Ragusa e Treviso

Redazione Ansa

In sette città italiane sfilano i cortei dell'Onda Pride, la grande manifestazione a sostegno dei diritti delle persone Lgbtqi+ organizzata da Arcigay e dalle altre associazioni locali e nazionali

Oltre 350mila persone hanno sfilato al Milano Pride per rivendicare uguali diritti per tutti. Tra loro anche la segretaria del Pd Elly Schlein che ha ribadito a Milano le richieste espresse a Napoli e su cui ha trovato ampia convergenza con il leader del M5s Giuseppe Conte. Le opposizioni al governo Meloni si ricompattano sul matrimonio egualitario, sulla necessità di una legge contro la omolesbobitransfobia e di un'altra che aiuti i sindaci a riconoscere i figli delle coppie omogenitoriali. Manifestazioni anche a Bari, Cagliari, Dolo, Napoli, Ragusa e Treviso.

Video Milano Pride, il corteo procede verso l'Arco della pace

 

 "Una giornata di orgoglio e visibilità per le battaglie dei diritti", ha detto Schlein arrivando al carro del Pd insieme ad Alessandro Zan. La prima battaglia è per una legge contro la omolesbobitransfobia sulla scia di quella già presentata dallo stesso Zan e affossata dal Parlamento "con un vergognoso applauso", come ha ricordato l'europarlamentare appena eletto. Di questa legge, secondo la segretaria dem, continua a esserci bisogno, specie "davanti alle tante, troppe, aggressioni e discriminazioni che queste persone vivono ogni giorno".

Un messaggio condiviso anche da Conte che ha invitato le minoranze "a ricreare le condizioni per approvare questa legge", sottolineando che "è ora di fare subito il matrimonio ugualitario". Anche le opposizioni lombarde si compattano, soprattutto contro la Regione Lombardia, 'colpevole' di non aver concesso il patrocinio al Pride. Tanto che i giovani dem hanno sfilato per provocazione con un cartonato del governatore Attilio Fontana (e con manifesti contro il generale Roberto Vannacci) e il M5s ha esposto sul proprio carro uno striscione con scritto 'Negare il patrocinio non spegnerà il nostro orgoglio'. Il capogruppo del Pd al Pirellone Pierfrancesco Majorino ha rincarato la dose: "Fontana non vuole mai venire al Pride e ci spiaceva che non fosse con noi". La replica del governatore: "Non riescono proprio a fare a meno di me...".

Assente questa volta, ma soltanto a causa di un piccolo intervento, il sindaco Giuseppe Sala, da sempre vicino alle richieste del mondo Lgbtqia+: "Il Pride è un abbraccio collettivo che ci spinge a combattere ogni forma di odio con ancora più determinazione", ha spiegato in un video inoltrato agli organizzatori. Al Pride di Milano c'era anche qualche esponente di Forza Italia, come il capogruppo a Palazzo Marino, Alessandro De Chirico, habituè della sfilata che ogni anno rivendica la sua presenza e anche l'apertura del suo partito sui diritti rispetto agli alleati.

A maggior ragione dopo le parole di Marina Berlusconi, che, su questi temi, si è detta più vicina alla sinistra: "Io sono sempre felice quando c'è il riconoscimento dell'eguaglianza - ha spiegato Schlein - ma devo dire che dovrebbe essere una cosa molto più trasversale. Non si capisce perché la destra italiana sia decisa a rimanere quella più indietro in assoluto in Europa".

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