Cronaca

Protesta in carcere a Sollicciano, appiccate le fiamme

Coinvolti in 80, a far da detonatore il suicidio di un detenuto ventenne

Sollicciano

Redazione Ansa

Un carcere descritto già da più addetti come "una polveriera" per le condizioni di vita dei reclusi a causa degli annosi problemi della struttura, tra cimici nelle celle e recentemente pure la mancanza di acqua che hanno portato anche a un esposto da parte di una cinquantina di detenuti. Una situazione rispetto alla quale oggi pomeriggio la morte per suicidio di un giovane detenuto, un ventenne tunisino, avrebbe fatto da detonatore per una protesta proseguita in serata nel carcere fiorentino di Solliciano. Due le sezioni della giudiziaria coinvolte, una quarantina circa di reclusi (in totale sono 560 circa) inizialmente coinvolti - e poi raddoppiati si apprende dalla prefettura - che hanno appiccato il fuoco. Fiamme poi spente dai vigili del fuoco riusciti alla fine a entrare in sicurezza. Nel frattempo c'è anche da rintracciare un detenuto: salito sul tetto durante la protesta non sarebbe stato più visto, facendo scattare le ricerche nell'area del penitenziario.
    A seguito della protesta la prefettura ha attivato il piano di sicurezza esterna al penitenziario mentre la direzione del carcere l'unità di crisi. All'esterno del carcere sono stati fatti confluire polizia e carabinieri ed è stato allertato il 118 oltre ai vigili del fuoco. Nessun ferito segnalato, né tra i detenuti né tra la polizia penitenziaria.
    A togliersi la vita è stato un giovane, fine pena nel novembre 2025 per rapina: si è impiccato nella cella mentre l'altro recluso era in sala colloqui. "La 53ma vittima di questa strage senza fine", risposta "al decreto carcere in cui è tutto come prima, varato ieri dal Consiglio dei ministri", il bilancio del sindacato di polizia penitenziaria Spp che già oggi aveva dato conto di un altro detenuto morto, un 35enne finito in coma per un tentato suicidio nel carcere di Livorno a inizio settimana.
    Del 20enne ristretto a Sollicciano il garante dei detenuti di Firenze Ertos Cruccolini spiega: "Era stato spostato di sezione, passando dal transito al penale infine al giudiziario per difficoltà relazionali legate all'età ma non c'era stato alcun segnale che facesse presagire quanto accaduto oggi. Era seguito dall'associazione Pantagruel" che da anni opera nel carcere, "era in contatto con la famiglia e sì c'era sicuramente un disagio per i parenti lontani ma era in procinto di approdare a un percorso in comunità avendo dei problemi di dipendenza.
    Ancora non si è capito perché si sia tolto la vita". Per Cruccolini la protesta poi scoppiata è legata alla sua morte. Su quanto accaduto è intervenuta anche la sindaca Sara Funaro, esprimendo "grande dolore per la giovane vita spezzata oggi a Sollicciano, l'ennesima tragica morte in un istituto penitenziario. Da tempo denunciamo le drammatiche condizioni del carcere di Sollicciano: è necessario intervenire su una situazione che non può più essere ignorata dal governo, rispetto a un sistema che è ormai al collasso e a una struttura come quella di Sollicciano nella quale il contesto estremamente problematico porta al peggioramento delle condizioni di disagio". 
   

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