Cronaca

Chi è Renato Boraso, assessore di Venezia arrestato per corruzione

Dal '97 sempre eletto, la sua battaglia più nota contro il tram di Mestre

L'assessore alla Mobilità del Comune di Venezia, Renato Boraso

Redazione Ansa

Ha attraversato la politica locale veneziana con arguzia e tattica politica, riscuotendo anche il plauso e rilievo istituzionale dagli avversari, Renato Boraso, l'assessore comunale alla Mobilità al centro del nuovo scandalo per corruzione della città lagunare. 

Nato nella a Mestre nel 1968, risiede da sempre a Favaro Veneto, estrema periferia della terraferma veneziana con moglie e tre figli. Laureato in Economia Aziendale a Ca' Foscari, ha iniziato la propria attività professionale dal 1993 come consulente aziendale. La sua attività politica inizia nelle fila di Forza Italia nello stesso anno, con la prima elezione come consigliere di Quartiere a Favaro, zona in cui ha sempre mantenuto contatti e conoscenze, tra sagre, comizi e spritz al bar.

 

 

 Dal 1997 è sempre stato eletto al Consiglio comunale di Venezia; arrivando a essere consigliere anziano nel 2005, con il record di preferenze personali. La sua figura ha riscosso attenzione anche nello schieramento del centrosinistra a lui opposto, tanto che nel 2005 il sindaco Massimo Cacciari lo sponsorizzò come presidente del Consiglio Comunale, carica che ha ricoperto per l'intera legislatura.
Dal 2010 al 2014, durante l'amministrazione Orsoni, ricoprì la carica di presidente della Commissione consiliare Bilancio.


La sua battaglia più spettacolare è quella contro il costruendo tram di Mestre, un'infrastruttura che ha sempre reputato inutile e costosa, e contro la quale ha organizzato manifestazioni in sella a un trattore per le vie cittadine.
Venuta poi la bufera Mose, con l'arresto del sindaco e la dissoluzione del centrosinistra Boraso si staccò da Forza Italia, prima prefigurando di presentarsi alle elezioni 2015 come candidato sindaco, con una propria lista "Impegno per Venezia Isole e Mestre". Quando però Luigi Brugnaro fece la "discesa in campo" accompagnato dalle forze di centrodestra, Boraso abbandonò il progetto di correre in solitaria, entrando in coalizione.


Dopo la vittoria di Brugnaro, quindi, per Boraso si sono aperte le porte per un incarico in Giunta, con le deleghe a Mobilità e trasporti, Viabilità e piano del traffico, Gestione del patrimonio. Ironia della sorte, toccò a lui portare a termine la costruzione e la messa in opera di quel tram di Mestre che aveva tanto osteggiato. Nella seconda amministrazione Brugnaro, Boraso si è infine presentato nella lista "fucsia" del sindaco-imprenditore, tornando in Giunta con le medesime deleghe, tranne quella al Patrimonio. 

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