Cronaca

Galli condannato per falso, assolto dalla turbativa d'asta

Il tribunale di Milano ha assolto un suo ex collaboratore

Redazione Ansa

 Assolto "perché il fatto non sussiste" dall'accusa di turbativa d'asta o in alternativa dall'abuso di ufficio e condannato a 1 anno e 4 mesi, con pena sospesa e non menzione, per falso a causa di un verbale che sostanzialmente è risultato con un orario non rettificato. Si è chiuso così il processo di primo grado - in un filone dell'inchiesta sui presunti concorsi pilotati alla Facoltà di Medicina dell'università Statale di Milano - nei confronti di Massimo Galli, l'infettivologo che fu in prima linea durante le fasi più drammatiche della pandemia di Covid ed ex primario, ora in pensione, dell'ospedale Sacco.


Lo ha deciso la decima sezione penale del Tribunale di Milano, presieduta da Antonella Bertoja, che ha invece assolto da entrambe le accuse Agostino Riva, ai tempi stretto collaboratore dell'infettivologo e che, secondo la ricostruzione della Procura, avrebbe vinto il ruolo di professore di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell'apparato digerente, in quanto 'pilotato'.
"Sono stato condannato per essermi dimenticato di correggere un orario - ha commentato Galli subito dopo la lettura del dispositivo - e se per chiudere la questione bisognava avere una condanna per qualcosa, evidentemente restava solo la possibilità del falso". Il professore, che ha detto di essere "sereno" e che ricorrerà in appello, ha aggiunto: "La mia massima soddisfazione oggi è che l'onore del professor Riva è stato completamente ripulito. Quello che veramente mi importa è di aver avuto la possibilità di lasciare alle mie spalle persone valide che continuassero il lavoro che ho fatto per 40 anni".


"Direi che è abbastanza importante che sia caduta l'imputazione di turbativa d'asta o abuso d'ufficio", ha aggiunto, sottolineando la "singolarità" di questa accusa, in quanto "sia la Cassazione sia l'orientamento giurisprudenziale dicono che per un concorso universitario non si pone il discorso della turbativa d'asta". A chi gli ha chiesto se la sentenza lo faccia soffrire, ha risposto di non voler dare "questa soddisfazione a chi di dovere. È la prima volta in vita mia che mi capita di avere un processo - ha osservato -, ho fatto tutt'altro che far che cose per cui potevo finire sotto processo. Evidentemente doveva andare così".
Secondo i suoi difensori, Giacomo Gualtieri e Roberto Rigoni Stern, è importante che sia caduta l'imputazione "più gravosa". Quanto al falso, per noi è "innocuo" ed è legato al verbale del 14 febbraio di cui i giudici hanno disposto la distruzione.
Par di capire che per il collegio, al di là della giurisprudenza della Cassazione secondo la quale il reato di turbativa d'asta va applicato solo alle procedure che riguardano beni materiali e servizi, non sia stato commesso alcun reato se non un falso per una "formalità".


"L'assoluzione - ha osservato Luca Troyer, legale di Riva - è stata pronunciata con la formula 'perché il fatto non sussiste'". E se il Tribunale avesse ritenuto ci sia stata qualche anomalia nell'assegnazione del bando "avrebbe dovuto derubricare in abuso in atti d'ufficio e condannare in quanto tale fattispecie è ancora in vigore": la legge voluta da Nordio non è ancora stata pubblicata sulla gazzetta Ufficiale. Tra 90 giorni, quando verranno depositate le motivazioni, si sapranno le ragioni della decisione. 
   

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