Cronaca

Carceri: 'guardate i topi', l'Osapp protesta con i politici

Sit-in oggi a Torino per denunciare il degrado

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 22 LUG - "Guardi i topi ... guardi i topi ...". Per documentare il degrado che regna nel carcere di Torino, Gerardo Romano, sindacalista del sindacato di polizia penitenziaria Osapp, mostra da un telefonino una fotografia alla senatrice Anna Rossomando (Pd). L'occasione è il presidio che oggi, nel capoluogo piemontese, il sindacato ha allestito davanti alle ex Ogr in concomitanza con la cerimonia di insediamento del nuovo consiglio regionale del Piemonte.
    "Le nostre carceri - dice Romano - sono un disastro ma la politica ci ha abbandonati. I detenuti spadroneggiano, le aggressioni agli agenti sono continue. Ad Asti comanda la criminalità organizzata, ci sono state rivolte a Cuneo, Aosta, Vercelli, a Torino la protesta è durata otto lunghissimi giorni". Gerardo Romano ha lanciato la provocazione: "Il carcere di Torino brulica di blatte e pantegane. Dovrebbe essere abbattuto".
    Fra gli esponenti politici che si sono trattenuti a confrontarsi con i sindacalisti ci sono stati il governatore, Alberto Cirio e i consiglieri regionali Daniele Valle (Pd) e Roberto Ravello (Fdi), il quale, quando si è sentito dire che "il sottosegretario Delmastro ha raccontato un sacco di balle", ha risposto "siamo al governo da poco e stiamo facendo il possibile alla luce della situazione che abbiamo ereditato, ma vi portiamo nel cuore perché il servizio che rendete alla comunità è inestimabile". La Rossomando, che un paio di volte ha dato origine a un siparietto con gli interlocutori ("sono senatrice, non senatore"), ha ascoltato le doglianze degli agenti e le ha subito comunicate per telefono al suo staff.
    "Sappiamo - ha spiegato agli interlocutori - quanto è difficile la condizione dei lavoratori della polizia penitenziaria ma vediamo che a volte l'argomento viene strumentalizzato. Dobbiamo insistere sulla liberazione anticipata e sulle misure alternative alla detenzione. E su tanto altro dobbiamo discutere. Ma sono temi su cui non ci si poò dividere". (ANSA).
   

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