Cronaca

Stretta sulla cannabis light ma è scontro sul ddl sicurezza 

Opposizioni all'attacco dopo seduta fiume. Slitta approdo in Aula 

Rivendita di cannabis light (foto d'archivio)

Redazione Ansa

Arriva la stretta sulla cannabis light con l'approvazione in commissione alla Camera di un emendamento del governo al ddl sicurezza che attende ora il via libera definitivo della commissione per approdare in aula a settembre. Una misura rivendicata dalla maggioranza: "Bene le norme per stroncarne il mercato", commenta l'azzurro Maurizio Gasparri. Ma le opposizioni vanno all'attacco denunciando, tra l'altro, il pericolo per le aziende del settore. "Il governo Meloni - rimarca Riccardo Magi, segretario di +Europa - in preda alla furia ideologica, cancella una filiera tutta italiana, 11mila posti di lavoro. E pensano anche di aver fatto la lotta alla droga..." E i timori sulla norma sono anche quelli delle associazioni di categoria. Le misure vanno cambiate nel prosieguo dell'esame parlamentare chiede la Coldiretti perchè così "si mette a rischio la sopravvivenza di un intero comparto impegnato in una coltivazione dove sono stati fatti investimenti significativi".

 

Il via libera alla misura contro la coltivazione e la vendita delle infiorescenze, anche di cannabis a basso contenuto di Thc, per usi diversi da quelli industriali consentiti, arriva nottetempo nel mezzo di una seduta fiume. Una non stop di 12 ore nella quale va in scena una battaglia a suon di regolamenti e accuse reciproche tra centrodestra e centrosinistra. E che finisce con l'esame di poco più della metà degli emendamenti mancanti per chiudere il provvedimento, nonostante il contingentamento dei tempi da parte delle presidenze. Una scelta estremamente contestata dalle minoranze visto che il ddl non è in scadenza e tratta di temi concernenti anche le libertà individuali. "Si è superata la decenza", commenta da Iv Maria Elena Boschi. "Una dittatura della maggioranza", la definiscono i capigruppo Dem nelle commissioni Federico Gianassi e Simona Bonafè. La protesta dell'opposizione, che durante la nottata avrebbe anche tenuto informato 'per le vie brevi' il presidente della Camera, si sposta in mattinata in Aula. Tutte le opposizioni prendono la parola per stigmatizzare l'accaduto e le "intimidazioni e violenze" della maggioranza, per dirla con la capogruppo Dem Chiara Braga. Arriva a quel punto la mediazione di Fontana e la conferenza dei capigruppo trova un'intesa con il provvedimento che slitta a settembre con l'impegno, però, a chiudere l'esame nelle commissioni entro la pausa estiva di Montecitorio. "Hanno gettato la spugna", commentano i capigruppo di Avs nelle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali della Camera, Devis Dori e Filiberto Zaratti. "Abbiamo fermato una maggioranza che calpesta la democrazia", aggiungono Valentina D'Orso e Alfonso Colucci da M5s. "Una vittoria delle opposizioni unite", dice la responsabile giustizia del Pd Debora Serracchiani. La maggioranza difende il provvedimento. Sono "misure indispensabili per il governo", sottolinea la relatrice, Augusta Montaruli (Fdi) mentre il suo collega di partito, Alessandro Urzì, rivendica "un impegno che la maggioranza vuole mantenere". La partita si riapre martedì quando le commissioni torneranno a riunirsi sul provvedimento e con un'ottantina di emendamenti da esaminare. Tra le norme passate, intanto, in commissione anche quella sulle bodycam per le forze di polizia. Gli agenti impegnati nel mantenimento dell'ordine pubblico potranno utilizzarle, anche se non saranno una dotazione obbligatoria. Stanziati in tutto 23,4 milioni in tre anni con questo obiettivo. "Le forze di polizia così saranno più tutelate", commenta il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Ritirate, invece, alcune proposte della Lega tra le quali il reato di integralismo islamico, l'obbligo di prediche in italiano e la castrazione chimica per gli stupratori. Su quest'ultimo punto c'è però l'impegno del governo ad aprire un tavolo che discuterà eventualmente di trattamenti temporanei e reversibili, anche farmacologici.

Video Emendamento contro Cannabis light a rischio 150 mila posti di lavoro

 

 

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