È l'estate il periodo dove i fulmini colpiscono di più rispetto al resto dell'anno. "Sull'Italia ne se ne contano milioni.
"I fulmini - spiega Laviola - sono maggiormente connessi alle grandinate o ai temporali dove le nubi sono cariche di ghiaccio.
E questo accade soprattutto nel periodo estivo quando le nubi si dispongono verticalmente in atmosfera e possono raggiungere anche i 10 chilometri di quota, riempiendosi di ghiaccio. La nube in sostanza si carica come un conduttore elettrico e questo dà origine ai fulmini". Fenomeni che divengono molto più violenti in questo periodo "perchè c'è tanta energia disponibile". E con i cambiamenti climatici "è tutto amplificato".
Specchi d'acqua, montagna, presenza di alberi e boschi sono le situazioni e le condizioni, ricorda l'esperto, per la caduta di fulmini. "Tutte le strutture a punta - mette in guardia l'esperto - attirano il fulmine, anche noi umani costituiamo una punta".
Ecco perché in situazioni di eventi temporaleschi è bene mettersi al riparo, raccomanda Laviola. "Innanzi tutto uscire dall'acqua e poi ripararsi in una struttura chiusa, che può essere sia un bar o lo stesso stabilimento balneare ma anche l'automobile che ci scherma dai fulmini".
Occorre essere sempre consapevoli che i fulmini "costituiscono un pericolo reale, provocando una scarica elettrica molto forte e generando folgorazione quasi istantanea accompagnata da combustione, anche - conclude Laviola - se non si viene colpiti direttamente".
I numeri annui dei fulmini, dai 7 milioni ai 6 ai 5 e ai 4 milioni "si riferiscono al totale delle scariche elettriche rilevate dai sensori al suolo", sottolinea Laviola del Cnr Isac di Bologna. Entrando nel particolare, in Italia per il periodo 2015-2023 la media annuale di quelli caduti a terra e in mare (cloud-ground) è di quasi 3 milioni di fulmini mentre la media annuale di fulmini nube-nube è di un milione 842mila 538 sempre per lo stesso periodo, spiega ancora Laviola.
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