Cronaca

Abbattimenti e trappole, la lotta contro la peste suina

Due anni di provvedimenti ma ancora focolai in cinque Regioni

Ue, 'insufficienti misure di Roma contro la peste suina'

Redazione Ansa

Cinque regioni devono fare i conti con nuovi focolai di peste suina africana: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna a cui si sono aggiunte Liguria e Toscana. Nonostante la lotta alla Psa negli ultimi due anni in Italia si sia intensificata con abbattimenti, l'ampliamento della stagione della caccia, la costruzione di trappole e barriere e maggiori fondi messi a disposizione dalle Regioni, un nuovo allarme è scattato 26 luglio con la scoperta di nuovi focolai anche in allevamenti di suini.

  In LOMBARDIA, dove vengono allevati 4,4 milioni di capi, pari al 47% del totale nazionale, nelle ultime due settimane sono stati individuati otto focolai, due nel milanese e sei nella provincia di Pavia con il coinvolgimento di 19.179 suini. Dal 2021 in Lombardia sono stati soppressi 46mila cinghiali e tre ordinanze regionali sono intervenute per semplificare le norme sul depopolamento dei cinghiali. Molte le barriere di contenimento in costruzione vicino alle autostrade.  

    In EMILIA-ROMAGNA si è verificato un unico focolaio in un allevamento di maiali del Piacentino, dove sono stati abbattuti circa 750 animali. Tra le opere finanziate dalla Regione, recinzioni, zone filtro, celle frigorifere.

    In PIEMONTE  fino ad oggi sono stati abbattuti 71.437 cinghiali. Su 2.500 animali testati fino al 4 agosto i positivi sono 101. A maggio 2024 la Giunta regionale ha approvato il Priu, Piano regionale di interventi urgenti. Fino al 26 luglio, quando un'infezione è stata registrata a Trecate (Novara) non si era verificato un caso di contagio da Psa sui maiali in Piemonte. In 5 allevamenti suini nella zona rossa della provincia di Alessandria erano stati comunque abbattuti 6.450 animali sani perché i capi, provenendo da una zona a rischio, non potevano essere venduti.A seguito del focolaio di Trecate sono stati abbattute 850 scrofe e 6.500 capi da svezzamento.

 In LIGURIA sono stati accertati tre nuovi casi, tutti in provincia di Genova, una a Genova (258 casi totali), uno a Lumarzo (22), uno a Serra Riccò (24), per un totale che raggiunge i 1.007 casi.  Rimangono stabili a 157 i comuni in cui è stata osservata almeno una positività. In Liguria sono stati abbattuti circa 900 capi.  

   In TOSCANA i casi risultano 5 e riguardano esclusivamente i cinghiali, tutti in un'area boschiva e tutti nel comune montano di Zeri (Massa Carrara) in Lunigiana, al confine con la Liguria. Dal 1 gennaio ad oggi sono stati analizzati 249 cinghiali e 163 suini.  

 Nel LAZIO si stima che  la peste suina abbia provocato danni per circa 13 milioni e sono stati abbattuti, tra il 2022 e il 2024  irca 30mila capi. Anche la giunta capitolina ha approvato un piano dando agli operatori del settore "gli strumenti di contenimento indispensabili per la salvaguardia delle loro produzioni".

   In PUGLIA sono 37 i cinghiali catturati negli ultimi 30 giorni nelle quattro aree della regione dove sono state installate apposite gabbie ed oggi  non sono presenti casi di peste suina. A breve sarà reso pubblico il piano definitivo per contenere la popolazione dei cinghiali nel territorio.  

   In SICILIA non ci sono segnalazioni di casi, anche se si stanno intensificando i controlli sugli allevamenti anche per la Trichinella, malattia dei maiali che rischia di essere presente nei suini selvatici e nei cinghiali ed è trasmissibile alle persone che mangiano cruda la carne dell'animale infetto. Nei casi più gravi può provocare la morte per la paralisi del diaframma.  

 Nessun caso di peste suina anche nelle MARCHE dove ogni anno si abbattono circa 10mila cinghiali, di cui il 70% dalla caccia e il 30% da attività di controllo e selezione. Anche qui è stato anticipato il calendario della caccia al cinghiale dal primo novembre al primo ottobre.  

   Da un anno la VALLE D'AOSTA, ancora indenne dalla malattia,  ha intensificato i controlli: il Corpo forestale è impegnato nel monitoraggio del territorio con la ricerca attiva delle carcasse di cinghiale e le operazioni di depopolamento della specie. Le operazioni di monitoraggio vengono effettuate anche nel Parco naturale del Mont Avic e nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.

    In SARDEGNA dal 2018 non si registrano più casi del sierotipo 1 negli allevamenti, mentre i focolai tra i cinghiali sono spariti dall'aprile del 2019. Permangono solo restrizioni in otto comuni del Nuorese. Gli ultimi focolai risalgono a settembre 2023 a Dorgali, ma da marzo anche questa area è stata 'liberata': si è trattato, però, della comparsa del sierotipo 2  ossia "casi di importazione". Sono oltre 5mila i maiali bradi illegali abbattuti in Sardegna dal 2015 a oggi dalla  task force regionale.

  Immune finora dal virus il FRIULI VENEZIA GIULIA, dove durante la stagione venatoria 2023-24 (dal primo aprile al 15 gennaio) sono stati abbattuti 3.806 esemplari.  

   Anche  in BASILICATA nessun caso ma 25mila cinghiali abbattuti in un anno e mezzo, dal 2023 al 30 giugno 2024. Ad agosto sono state posizionate nel Parco Appennino Lucano due trappole che hanno consentito di catturare 46 cinghiali in un solo intervento. La Regione Basilicata ha approvato il 'Piano regionale di Eradicazione' da attuare nelle due zone di restrizione create in provincia di Potenza, composte da 24 e 5 Comuni.

  In 15 mesi nessun nuovo caso in CAMPANIA come risulta dalle analisi a campione effettuate da maggio 2023 a oggi su  2.153 cinghiali e 219 suini: il numero di capi risultati positivi è di 44 cinghiali e zero suini. Il piano straordinario sui cinghiali della Regione ha l'obiettivo abbattere circa 38.000 capi entro il 2028.  Anche in UMBRIA finora non si è registrato nessun caso. La Giunta regionale ha recentemente aggiornato il Piano per gli interventi urgenti per l’eradicazione della peste suina africana. Stessa situazione in TRENTINO ALTO ADIGE dove il piano provinciale  di prevenzione, prevede l’incremento della sorveglianza passiva (con la ricerca i eventuali carcasse) e un maggior contenimento del numero di cinghiali, con un prelievo annuale di 1.500 capi.

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