Cronaca

Brandizzo: padre di Laganà, 'con noi nessuno si è fatto vivo'

'Da un anno non abbiamo notizie, questo fa male'

Redazione Ansa

(ANSA) - VERCELLI, 29 AGO - "Cosa è cambiato in un anno? Nulla. Io sono rimasto al 30 agosto del 2023, e da allora non abbiamo più notizie. Siamo fermi lì e tutto questo silenzio ci fa male. Ma vogliamo giustizia per mio figlio e per i suoi colleghi". Parla così, a Vercelli, dove abita, Massimo Laganà, padre di Kevin, la più giovane delle vittime - aveva 22 anni - della squadra di operai falciata da un treno, nella a notte tra il 30 e il 31 agosto dell'anno scorso, mentre lavorava insieme ad altri 4 operai alla sostituzione dei binari nella stazione di Brandizzo.
    Sull'androne di casa, in via XXVI Aprile a Vercelli, sono ancora presenti mazzi di fiori, ceri e fotografie del ragazzo.
    Un manifesto appeso al muro elenca gli appuntamenti previsti domani a Brandizzo, per le celebrazioni del primo anniversario dell'incidente, preceduti da un messaggio: "Noi sappiamo che là, dove ora tu sei, continui ad amare tutti coloro che ti sono cari. Con tanto amore, papà Massimo, il fratello Antonino e tutti gli amici".
    "Io come padre l'ho sempre amato e protetto, ho sempre chiesto giustizia e sempre la chiederò - prosegue Laganà ai microfoni dell'ANSA -. Vicinanza da parte delle istituzioni? Zero. Non si è visto nessuno, neanche un piccolo cenno da parte dei magistrati per dire alle famiglie 'state tranquilli, noi siamo con voi'. Di quella notte ricordo la morte, l'inizio della vita senza mio figlio. Quel giorno lì il destino ha portato via pure me". Ogni giorno Massimo si reca al cimitero da Kevin. "Dopo che finisco di lavorare, vado a trovarlo, accendo una sigaretta anche se ho smesso di fumare, e gli faccio compagnia, parliamo e gli dico che papà non si fermerà mai - prosegue -. Continueremo a lottare sempre per ottenere giustizia. Anche se non ho più la possibilità di far tornare indietro mio figlio e i ragazzi, giustizia in qualche modo devono averla". (ANSA).
   

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