Cronaca

Sharon Verzeni, riprese le ricerche dell'arma del delitto

Le indagini proseguono anche sulla pista dei balordi della zona

Redazione Ansa

   La famiglia di Sharon Verzeni, a un mese dall'uccisione a coltellate della barista 33enne, a Terno d'Isola, nel Bergamasco, non demorde e, tramite il suo legale Luigi Scudieri, assicura che "il vile assassino di Sharon deve sapere che nessun ostacolo fermerà mai la sua identificazione". Ringraziano "la cittadinanza, il sindaco di Terno d'Isola e i volontari del Mu.Re. per la collaborazione prestata in queste ore diretta a consentire agli inquirenti gli opportuni accertamenti sui luoghi del delitto", aggiungono speranzosi i famigliari anche se i due giorni di ricerche dell'arma del delitto, un coltello di non piccole dimensioni, non sembrano aver dato i frutti sperati.

"Mi sembra un po' tardi adesso. Andava fatto prima? Secondo me sì. Sì vede che prima avevano cose più urgenti da controllare probabilmente, ma non è il mio lavoro, non posso giudicare": ha commentato Sergio Ruocco in merito alle ricerche cominciate ieri e che oggi hanno riguardato la zona più vicina a via Merelli, dove Sharon viveva con lui. Ruocco, dalla notte del delitto, tra il 29 e 30 luglio, è ospite dei genitori della donna uccisa, dal momento che la loro villetta è sotto sequestro. "E' passato un mese e la sto vivendo male, come al solito, purtroppo", ha detto dopo essere tornato nella casa dei suoceri dopo il lavoro: "Tornare al lavoro in questa situazione non è il massimo, ho sentito ovviamente l'affetto dei colleghi che mi stanno vicino"


    .A Terno, intanto, sono stati setacciati i tombini di numerose vie che la Polizia locale hanno provveduto a chiudere per il tempo necessario, mentre i carabinieri e gli esperti del Mu.Re. il Museo recuperanti 1915-1918 che ha sede a Toscolano Maderno, specializzati nel recupero di ordigni bellici con il metal detector, le percorrevano senza trascurare nemmeno le cabine per l'erogazione del gas. La svolta, però, che già si avvicinerebbe con il ritrovamento dell'arma del delitto non sembra imminente. Parallelamente, i militari indagano sulla cerchia di conoscenze di Sharon, ma anche sull'ipotesi di un uomo che la vittima non conosceva come anche Ruocco ha affermato più volte. In questo senso, vi è almeno una testimonianza valutata dagli investigatori di un pizzaiolo all'asporto di Terno il quale racconta che un frequentatore abituale della piazza principale con altri che "facevano casino rompendo bottiglie" e altro "non si fa vedere da un mese", sostanzialmente da quando Sharon è stata uccisa. "Faceva casino" in piazza anche a tarda serata e con i suoi amici "litigavano sempre e rompevano bottiglie", racconta ai cronisti dopo aver deposto nei giorni scorsi dai carabinieri. L'uomo scomparso, a suo dire nordafricano, "prima abitava a Terno, poi lo vedevo andare a piedi a Medolago". Gli altri del gruppo li ha rivisti in paese, lui no e il pizzaiolo saprebbe riconoscerlo ma non sa il suo nome. Lo 'scomparso', però, non sarebbe l'unico e non è detto che abbia a che fare con il delitto, dal momento che dopo l'assassinio, pusher o comunque gente che ha problemi con la giustizia sembra sparita dalla piazza anche per la massiccia presenza di forze dell'ordine impegnate nelle indagini. Quella del balordo che magari ha fatto delle avances a Sharon, poco prima dell'una di notte e ha posto fine alla vita della donna che stava passeggiando perché le era stato consigliato per perdere peso, è una delle piste che rimane presente a inquirenti e investigatori bergamaschi, così come continuano le ricerche dell'uomo in bicicletta ripreso dalle telecamere mentre contromano percorreva via Castegnate nei minuti del delitto. Chi indaga ha da giorni un nome su cui lavorare, ma l'uomo non si è ancora fatto vivo o avrebbe ragioni per non farsi trovare, anche se è stato precisato che non si tratterebbe del killer ma potrebbe aver visto qualcosa.

Video Verzeni, un teste: 'Dopo l'omicidio e' sparito un uomo che frequentava Terno'

 

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