Il Consiglio superiore della magistratura ha votato la sospensione della consigliera laica di FdI Rosanna Natoli, la componente della sezione disciplinare di Palazzo Bachelet dimessasi lo scorso 17 luglio da questo incarico ma non dal plenum. Dimissioni a metà, dunque, a seguito dello scandalo che la ha travolta il 16 luglio con il deposito di una registrazione audio di un suo incontro privato, in Sicilia, con la magistrata catanese Maria Fascetto Sevillo, toga sotto procedimento disciplinare, e anche con guai penali, alla quale dava consigli e rivelava gli 'umori dei giudici disciplinari mentre avrebbe dovuto astenersi dal trattare il suo fascicolo.
Con 22 voti a favore, uno in più del necessario quorum dei due terzi, il plenum è corso ai ripari su questa vicenda, dopo che la Natoli, fino all'ultimo ha rifiutato di dimettersi. In sei hanno votato contro, e due sono state le schede bianche. La delibera è stata votata a scrutinio segreto, ed è stata proposta dal Comitato di presidenza del Csm composto dal vicepresidente dell'organo di autogoverno della magistratura, Fabio Pinelli, dalla Prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, e dal Procuratore generale della Cassazione, Luigi Salvato.
Nell'illustrare la delibera a sostegno della sospensione della Natoli, il vicepresidente Pinelli ha evidenziato come il comportamento della laica di FdI - sotto inchiesta da parte della Procura di Roma - "appare sussumibile nel reato di rivelazione di segreto d'ufficio", per la "violazione dei doveri di imparzialità e terzietà". La Natoli non ha partecipato al voto, e ha lasciato l'aula del plenum dopo aver depositato una memoria ed essere intervenuta, sostenendo che contro di lei era stato lanciato del "fango", prendendosela anche con i giornalisti che hanno parlato della sua conoscenza del Presidente del Senato Ignazio La Russa, suo conterraneo, anziché riconoscerle i suoi meriti professionali. "Non mi dimetto, non accetto processi sommari", ha proseguito Natoli aggiungendo che la sua sospensione "avalla un pericoloso precedente: basta che una procura formuli una iscrizione e si chiede la sospensione di un consigliere del Csm".
"Anche indipendentemente dai profili penali della vicenda, riteniamo che quanto emerso in ordine ai comportamenti tenuti dalla consigliera Natoli non sia compatibile con l'assolvimento con disciplina ed onore, come imposto dall'art. 54 Cost., della funzione di componente del Csm. Oggi il Consiglio, sospendendo la consigliera Natoli, ha ristabilito le condizioni per operare con serenità e credibilità", affermano i consiglieri di AreaDg.
Ad avviso del consigliere indipendente Roberto Fontana, il 'caso' Natoli evidenzia un "buco" nella disciplina della sospensione e della decadenza dei consiglieri del Csm che favorisce i laici rispetto ai togati. "Se di questa vicenda fosse stato protagonista un consigliere magistrato, a prescindere dalla rilevanza penale della condotta in questione, la Procura generale della Cassazione - rileva Fontana - avrebbe aperto un procedimento disciplinare che pressoché certamente sarebbe sfociato in una sanzione superiore all'ammonimento con conseguente decadenza di diritto dal Consiglio". "Per i consiglieri laici, invece, scatta la decadenza solo se si arriva ad una sentenza penale di condanna". Il prossimo plenum deciderà quale consigliere designare alla sezione disciplinare.
Il plenum del Csm sospende la consigliera Rosanna Natoli
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