Cronaca

Morire di famiglia, quando uccidono figli o genitori

Tante stragi tra le mura domestiche, l'ultima a Paderno Dugnano

I funerali di Fabio, Daniela e Lorenzo, le tre vittime della strage di Paderno Dugnano, nel Milanese

Redazione Ansa

 I carabinieri lo trovano a torso nudo e attonito, sul marciapiede, ancora sporco di sangue. A 17 anni ha appena sterminato la sua famiglia: padre, madre, fratellino di 12 anni. Ai primi di settembre la strage di Paderno Dugnano scuote l'opinione pubblica. Non è il primo, non sarà l'ultimo degli episodi di una striscia che sembra non avere fine.
    Si muore di morte violenta tra le mura di casa, per mano delle persone più vicine. Figli che uccidono i genitori, genitori che uccidono i figli. Non sono casi né rari né isolati.

 


    Secondo i dati del Viminale solo nel 2024 fino ad agosto sono stati compiuti 186 omicidi in Italia, e quasi la metà, 88, sono avvenuti in famiglia. Per l'Eures, che torna indietro fino al 2012, sono stati 2.110 i delitti in famiglia, con un picco relativo nell'anno del lockdown. E se la gran parte dei delitti avvengono all'interno della coppia, patricidi e matricidi sono il 17,6% del totale, i figlicidi sono il 12,7%.

 


    Questa la dimensione del fenomeno: il resto sono casi di cronaca, più o meno noti, tutti sconvolgenti. Oggi la strage di Nuoro, un mese fa Paderno Dugnano. Ma scorrendo gli archivi c'è di tutto: solo lunedì scorso un uomo ha confessato in diretta davanti alle telecamere della tv di avere strangolato la madre ottantenne.

Il 10 di settembre in un casolare alla periferia nord di Perugia un uomo avrebbe sparato alla moglie e alla figlia, per poi suicidarsi.

 

Il 18 agosto, a Bolzano, una ex guardia giurata ammazza il padre novantenne costretto a letto, per poi freddare una vicina di casa.

Lazise, lago di Garda, 12 luglio: uccide il padre a coltellate e martellate durante una lite.

 

Un mese prima, stavolta siamo nel Cagliaritano, un giovane di 27 anni accoltella a morte la madre di 57.

 


    Le cronache sono una lunga collana di nomi, di età fresche o mature, di località di città o di campagna. La violenza è trasversale. Si può tornare indietro nel tempo, ai casi che hanno fatto epoca: Pietro Maso, che massacrò i genitori nel Veronese nel 1991, e dieci anni esatti dopo, nel 2001, Erika e Omar, la strage di Novi Ligure: tolsero la vita a coltellate alla madre di lei e al fratellino di 11 anni.

 

Nel 2015 Federico Bigotti accoltellò a morte la madre alle porte di Città di Castello.

 

Nel gennaio 2021 le cronache raccontano di Benno Neumair, che strangola padre e madre per poi gettare i corpi nell'Adige.

 

A maggio dello stesso anno le sorelle Zani sono accusate di avere ucciso la madre e vengono arrestate insieme al fidanzato della maggiore.


    Ma avviene anche il contrario, casi di figli uccisi dai genitori: nel gennaio del 1994 Tullio Brigida a Civitavecchia narcotizzò i suoi tre figli di 13, 8 e 3 anni, poi li chiuse in automobile e li asfissiò col gas di scarico.

 

E poi il delitto di Cogne, anno 2002, Annamaria Franzoni che uccide il figlio, il piccolo Samuele Lorenzi.

 

Sempre nel 2002 in provincia di Sondrio una bimba di 8 mesi viene uccisa dalla madre, che mise la neonata nella lavatrice.

 

Nel 2014, nel Ragusano, Veronica Panarello denuncia la scomparsa del figlio Loris, ma lo ha strangolato.

 

Nel 2022 è Martina Patti a denunciare il rapimento della figlia Elena: drammaticamente, si scoprirà poche ore dopo, non è la verità.

 

Nel luglio del 2022 Alessia Pifferi lascia la figlia Diana, di 18 mesi, da sola in casa per sei giorni. Morirà di stenti, in modo atroce.

Anche le cronache più recenti non danno tregua: il 5 luglio scorso, a Torino, un anziano di 84 anni colpisce a morte a sprangate il figlio di 40 anni.

 

Il 20 agosto a Rivalta Bormida un uomo spara al figlio disabile e alla moglie con una calibro 22, che poi rivolge contro se stesso.
    
   

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