I cortei, gli striscioni, gli insulti. Ma anche il rischio di azioni eclatanti con l'avvicinarsi della data del 7 ottobre e la situazione di guerra aperta su più fronti in Medio Oriente. Gli apparati di sicurezza stanno ulteriormente innalzando le misure di protezione sui 205 siti sensibili presenti sul territorio italiano: luoghi di culto, scuole, sedi diplomatiche e di compagnie aree, esercizi commerciali. Dalle comunità ebraiche sale un grido di allarme: "siamo a un passo dalla caccia all'ebreo e da atti di aperta violenza nei confronti di istituzioni ebraiche religiose e non e dei loro rappresentanti", avverte Walker Meghnagi, presidente della comunità di Milano. Dopo i cartelli comparsi ieri nel corteo pro Pal di Milano con le immagini di Liliana Segre e del ministro Guido Crosetto definiti 'agenti sionisti', sono continuate oggi le dichiarazioni di solidarietà bipartisan.
"Indegna quell'estrema sinistra che accusa Liliana Segre, che ha conosciuto e vissuto l'orrore indicibile dei lager nazisti, di essere 'agente sionista'. Pari alla destra neofascista. Liliana sappi che non sei sola", ha scritto il presidente del Pd Stefano Bonaccini. Parole alle quali si sono unite, tra le altre, quelle del portavoce di Avs Angelo Bonelli, del leader di Iv Matteo Renzi, di Benedetto Della Vedova di +Europa. "Solidarietà totale" a Segre è stata espressa anche dal ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli, della Lega. Il senatore di FdI Lucio Malan e il capogruppo di FdI al Senato Tommaso Foti hanno condannato 'Chef Rubio' che ieri ha incitato a segnalare con lo spray le abitazioni di chi sostiene Israele. "Dopo le liste di proscrizione verso presunti agenti sionisti, si è compiuto un passo ulteriore verso un pericoloso delirio contro la comunità ebraica - ha detto Foti - verso cui esprimiamo tutta la nostra sincera vicinanza".
L'intelligence segue con attenzione l'evolversi della crisi mediorientale per i riverberi che potrebbero aversi anche sulla sicurezza nazionale. Alle vittorie militari di Israele sul terreno il variegato fronte islamico potrebbe infatti rispondere anche con il lancio di una campagna terroristica 'fuori regione' per colpire interessi israeliani e dei suoi alleati ovunque nel mondo. C'è un monitoraggio attento sugli ambienti a rischio estremismo ed anche sui social. Il tema sarà sul tavolo della riunione del G7 dei ministri dell'Interno in programma a Mirabella Eclano (Avellino) dal 2 al 4 ottobre. La prima sessione dei lavori, giovedì, sarà dedicata al tema della "sicurezza in relazione agli scenari internazionali in continua evoluzione".
Ci sono poi gli aspetti di ordine pubblico. Il sentimento anti-israeliano è cavalcato dai gruppi antagonisti e dalle associazioni palestinesi e nelle manifestazioni degli ultimi giorni c'è stata un'intensificazione delle proteste che non sono tuttavia sfociate in scontri di piazza. Il clima è pesante, denunciano le comunità ebraiche. Per la presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, "è preoccupante che nelle città più importanti d'Italia si possa liberamente inneggiare al terrore e ai massacri". Meghnagi parla di "una spirale di cieco odio antisemita e appelli genocidi ormai equiparabili a quelli di matrice nazi-fascista degli anni '30 e '40 dello scorso secolo". C'è, gli fa eco il rabbino capo di Trieste, Alexander Meloni, "molta preoccupazione per quello che sta succedendo".
Il cordone di sicurezza sui siti sensibili è stato così potenziato. Nel quartiere ebraico di Roma - il 'Ghetto' - il livello di tutela, già altissimo, è stato ulteriormente elevato. La stessa cosa è accaduta a Venezia e nelle altre città italiane. Gli occhi sono ora puntati sul corteo nazionale promosso da alcune associazioni palestinesi a Roma sabato prossimo per 'celebrare' la ricorrenza del 7 ottobre ("la data di una rivoluzione", scrivono nel lancio). L'iniziativa non è stata tuttavia autorizzata dalla questura per ragioni di ordine pubblico. I promotori sono intenzionati a scendere lo stesso in piazza ed hanno annunciato un ricorso al Tar contro il divieto, a loro giudizio "immotivato". Ci saranno nuove interlocuzioni nei prossimi giorni con la questura per capire se è possibile arrivare ad una mediazione. La posizione del governo è quella comunque di non offrire una 'vetrina' a possibili atti violenti.