Cronaca

Corteo pro Palestina a Roma, 'sistema di sicurezza pronto'

Mantovano: 'Alzati i livelli'. Il Tar conferma il no della questura

Redazione Ansa

I palestinesi non arretrano sulla manifestazione del 5 ottobre a Roma. O almeno una parte di loro. E l'allerta sicurezza in città è al massimo. Dopo il divieto della Questura e la conferma del diniego da parte Tar, infatti, i giovani palestinesi e le realtà vicine a loro, in piazza andranno comunque. Al contrario della Comunità palestinese di Roma e Lazio che ha deciso di non disobbedire, concordando la data del 12 ottobre. Si innalzano quindi tutti i dispositivi di sicurezza nella Capitale per il fine settimana. Il corteo della discordia nel sabato che precede la data del 7 ottobre, anniversario dell'attacco di Hamas in Israele, sarà accolto da una capitale blindata, fino ai caselli autostradali. Con servizi a cerchi concentrici che partiranno dal luogo in cui gli attivisti si sono dati appuntamento, Piramide.

Le autorità sono allertate: "Tutto ciò che è aggravamento delle crisi non può che tradursi in un innalzamento del livello di rischio nei singoli stati: il nostro sistema di sicurezza soprattutto dopo il G8 di Genova ha affinato molto i meccanismi di gestione dell'ordine pubblico", ha affermato il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano che, rispondendo a una domanda sulle manifestazioni attese nei prossimi giorni e sui rischi per la sicurezza interna legati alla crisi in Medio Oriente, ha quindi precisato che il nostro sistema di sicurezza "è uno dei migliori al mondo, confido che sappia reggere rispetto a quello che si prospetta per i prossimi giorni".

Anche la Questura di Roma ha ribadito la propria la propria linea con fermezza: "Esiste un divieto e va fatto rispettare", le parole del neoquestore Roberto Massucci, sottolineando però è già in corso "un'interlocuzione" e un "dialogo" con i promotori dell'iniziativa di sabato per vedere di "trovare tempi diversi e una cornice di legalità" alla manifestazione. E così è stato, almeno in parte: "Noi come Comunità Palestinese di Roma e Lazio non scenderemo in piazza il 5. Dopo il diniego della Questura abbiamo deciso che faremo la manifestazione il 12 ottobre, a Piramide, per chiedere: il cessate del fuoco, lo stop al genocidio e ai bombardamenti israeliani al Libano, la Palestina libera", ha detto all'ANSA, Yousef Salman, presidente della Comunità. L'Unione democratica palestinese (Udap) ha invece portato in tribunale il ricorso per una sospensiva, contro motivazione "arbitrarie e politiche" del diniego. Ma il Tar ha dato ragione alla questura. Quanto alla sicurezza per sabato, la Questura di Roma ha sottolineato di essere pronta: "Stiamo già lavorando e ci sarà una un tavolo tecnico venerdì".

Ci saranno "servizi a cerchi concentrici attorno a piazzale Ostiense fin dai caselli autostradali". Con il fronte Medio Orientale che porta l'Italia a vivere momenti di allarme e di rigurgiti antisemiti, l'allarme c'è: "Sono state 456 le segnalazioni di episodi a contenuto antisemita dal 7 ottobre 2023.

Il governo intende assicurare che continueranno a essere approfonditi i fattori di rischio anche con l'accordo informativo tra la polizia e le agenzie di intelligence", ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, rispondendo all'interrogazione - rivolta al ministro dell'Interno - sulla vicenda della lista di nomi di esponenti della comunità ebraica diffusa in rete ad agosto 2024, ai fini del contrasto dell'antisemitismo. L'interrogazione era stata posta dal deputato Tommaso Foti (FdI) "per far luce sugli esecutori e proteggere le persone coinvolte".

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