Cronaca

Dacia Maraini visita il centro antidroga Villa Marini-Cri a Roma

'No a criminalizzare chi usa sostanze, nè a incarcerarli'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 03 OTT - "E' la prima volta che vengo a Villa Maraini ed ho trovato molto entusiasmo e voglia di cambiare la vita a chi è caduto nel dramma della droga e di tutte le altre dipendenze patologiche. Sono fermamente convinta che non si debbano criminalizzare gli utilizzatori di sostanze, né tantomeno incarcerarli, perché sono persone con una malattia che va curata in strutture come questa, non nelle carceri". Lo ha detto la scrittrice Dacia Maraini stamani durante la sua visita al centro antidroga Villa Maraini-Cri Accolta dal fondatore Massimo Barra e dal presidente Gabriele Mori - riferisce una nota -, dopo aver conosciuto la filosofia d'intervento ed i numeri dell'azione svolta dalla Fondazione in favore degli utilizzatori di sostanze (700 persone accolte e supportate ogni giorno nella Capitale), ha approfondito il tema della politica umanitaria sulle droghe che Barra propone da quasi 50 anni.
    Il giro per i 14 diversi servizi che Villa Maraini-CRI offre h24 per 365 giorni all'anno a chiunque ne abbia bisogno, ha visto anche momenti di confronto sia con utenti in cura, che con gli operatori sociali ex-tossicodipendenti che hanno dato testimonianza diretta dell'efficacia del metodo di cura.
    ".. per farti capire come si può cambiare la vita di una persona pensa che tempo fa ho portato in una cella di sicurezza al Tribunale qui di Roma, il metadone ad un tossicodipendente incarcerato prima del processo ed ho trovato una scritta sul muro che avevo fatto io quando, oltre 30 anni fa, mi avevano arrestato per reati legati alla mia dipendenza da eroina" ha detto Marcello operatore sociale del Servizio d'Emergenza della Fondazione rivolto alla Maraini.
    "Oggi un doppio piacere: aver ricevuto Dacia Maraini illustre scrittrice, ma anche persona imparentata con la famiglia Maraini che - ha detto Barra - ha donato le palazzine in cui si trovano i nostri servizi di cura. In generale per noi ricevere visite è sempre una festa, perché ci fornisce l'occasione di promuovere la nostra filosofia di intervento, mostrando sul campo gli effetti benefici non solo per le persone curate ma anche per le loro famiglie e la società in generale". (ANSA).
   

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