Cronaca

Palestina e clima, Greta Thunberg in corteo a Milano con i Fridays for future

L'attivista svedese con la kefiah, il corteo chiede lo 'stop al genocidio'

Redazione Ansa

Per il clima e contro il governo senza dimenticare la Palestina. Migliaia di studenti e attivisti - tra cui Greta Thunberg a Milano, con la kefiah sulle spalle - sono scesi in strada per manifestare da Nord a Sud. 

 

Liceali e universitari hanno così riempito le piazze italiane per lo sciopero internazionale di Fridays for Future che ha coinciso con il "No Meloni Day" convocato per lo stesso giorno dai movimenti studenteschi, come Osa e Cambiare Rotta, proprio in vista del ritorno in piazza "per il clima".

"Oggi c'è la necessità di parlare di altro, oltre che del tema ambientale", ha infatti spiegato Elettra di Cambiare Rotta, a Roma. Se, infatti, nella Capitale ad aprire il corteo è stato lo striscione firmato da Fridays for Future, in chiusura hanno sfilato le organizzazioni degli studenti per la manifestazione contro il governo che ha avuto luogo - come ricordano - "in 20 città italiane", dalla mattina al pomeriggio, e che ha aderito allo sciopero per il clima.

"Siamo in un momento in cui gli studenti subiscono il caro vita, tra affitti alle stelle e il rincaro delle mense", ha aggiunto la studentessa di Cambiare Rotta. Partiti da piazzale Ugo la Malfa, a Roma, davanti al Circo Massimo, hanno quindi raggiunto in oltre mille il ministero dell'Istruzione e del Merito, tra cori, fumogeni e bandiere della Palestina. "Rifiutiamo le riforme di Valditara e Bernini perché tagliano alla spesa sociale e attaccano l'istruzione pubblica", hanno ribadito i giovani in piazza anche per il No Meloni Day annunciando "un autunno caldo contro il governo". E proprio sulle scale del dicastero si è registrato qualche momento di tensione tra gli studenti dei collettivi autonomi e quelli dei movimenti organizzati. "Ci sono tre gruppi diversi che hanno deciso di manifestare nella stessa piazza per cause diverse", hanno spiegato alcuni studenti scesi in piazza con i Fridays for Future. Intanto, nelle stesse ore, dalla manifestazione di Milano è arrivato il monito di Greta Thunberg.

"Se come attivista per il clima non si lotta anche per la liberazione della Palestina e per la fine del colonialismo e dell'oppressione in tutto il mondo allora non ci si può definire attivista per il clima", ha evidenziato l'attivista svedese. "Il silenzio è complicità - ha aggiunto - non si può essere neutrali in un genocidio".

A scioperare per la giustizia climatica anche gli ambientalisti toscani che a Firenze, durante un flashmob, hanno mostrato le immagini dei disastri provocati nel mondo dal cambiamento climatico: incendi, alluvioni, siccità e maremoti. Azioni dimostrative anche da parte dei Fridays for Future a Torino dove qualche attivista ha coperto la propria bocca con lo scotch dopo che altri ragazzi avevano appeso uno striscione contro i media "colpevoli - per i manifestanti - di tacere davanti alla crisi climatica". Alcuni giovani si sono poi sdraiati a terra e hanno srotolato uno striscione con la scritta "Fermiamo il Ddl 1660"; firmato "Rete liberi/e di lottare", e ancora: "No allo stato di polizia". Segno dei diversi temi portati nelle piazze di tutta Italia nel giorno dello sciopero per il clima: ambiente, Palestina e governo.

Flash mob a Torino per il clima

Si è concluso a Torino il corteo dei Fridays For Future torinesi, che ha attraversato con circa un migliaio di partecipanti le vie del centro del capoluogo piemontese. Durante il tragitto gli ambientalisti si sono fermati per dei flash mob, il primo vicino al Grattacielo Intesa Sanpaolo dove, tra gli alberi del controviale, è stato appeso uno striscione contro i media "colpevoli - per i manifestanti - di tacere davanti alla crisi climatica". Qualcuno degli attivisti si è messo dello scotch sulla bocca. Poco distante, sulle vetrine della filiale di una banca, sono stati incollati dei manifesti contro "le banche che investono ancora sul fossile". Davanti al Municipio infine i giovani si sono sdraiati per terra e hanno srotolato uno striscione con la scritta: "Fermiamo il Ddl 1.660", firmato "Rete liberi/e di lottare", che si conclude con "No allo stato di polizia". Il corteo si è poi concluso ai Giardini Reali.

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