Cronaca

Aggressioni e armi, la rete dei suprematisti minorenni

Perquisizioni in tutta Italia, sequestrato anche un machete

Redazione Ansa

   Aggrediva extracomunitari sulla metropolitana M2 di Milano e, prima di agire, mostrava fiero la svastica tatuata sul petto e urlava alle sue vittime: "I fascisti sono tornati". E poi giù botte, soprattutto calci e pugni. Un giovane neonazista, 16enne di origini ucraine, è stato arrestato dagli agenti della Digos il 19 marzo scorso, in particolare per quattro aggressioni avvenute nella notte tra il 28 e il 29 febbraio, tra le fermate della linea verde Cimiano e Crescenzago, e anche per scasso di auto.

    A casa la polizia gli trova tutto l'armamentario dell'estrema destra suprematista: un machete con la scritta 'white power', un coltello, uno striscione con la scritta 'Duce' e una copia del Mein Kampf di Hitler. Partendo da questo arresto, gli inquirenti decidono di ampliare le indagini in tutta Italia per capire se si tratti di un soggetto isolato, monitorando i social e le chat del minore finito all'istituto Beccaria. Scoprono così l'esistenza di una vera e propria rete, rivelata oggi alla stampa, composta per lo più da soggetti minorenni, che con chat di messaggistica istantanea incitavano alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici o religiosi.

    Dodici persone (dieci minorenni e due maggiorenni) vengono perquisite su tutto il territorio nazionale, e contestualmente vengono sequestrate repliche di armi lunghe e pistole anche prive del tappo rosso, mazze, tirapugni, coltelli, un machete, diverse bandiere e simboli riferibili al neofascismo, al nazismo e al suprematismo.

    I perquisiti sono residenti in diverse città d'Italia: l'attività della polizia di Milano è stata portata a termine con la collaborazione delle Digos delle Questure di Torino, Roma, Firenze, Venezia, Novara, Ravenna, Biella e di operatori della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.

    Le perquisizioni sono state eseguite dalla polizia su delega della Procura dei minorenni e del Tribunale ordinario e le persone perquisite sono tutte indagate per il reato di cui all'art. 604 bis c.p. ("propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa").

    Ora gli agenti della Digos analizzeranno con cura il materiale informatico sequestrato ai giovani che si scambiavano messaggi sulle chat. La rete dei suprematisti potrebbe essere ancora più ampia. 

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