Cronaca

Coldiretti,nel Livornese duemila ettari coltivati sott'acqua

'In ginocchio orticoltura Val di Cornia'

Redazione Ansa

(ANSA) - FIRENZE, 18 OTT - "Duemila ettari di campi coltivati sott'acqua, in ginocchio l'orticoltura della Val di Cornia", in provincia di Livorno: così Coldiretti Toscana a seguito dei fortissimi temporali che hanno colpito il livornese, con il fiume Cornia che ha rotto gli argini nel territorio di Campiglia Marittima, lato campagne, invadendo i terreni.
    "Coldiretti - si spiega - è in contatto con le aziende.
    Presidenti e personale stanno cercando di raggiungere le aziende alluvionate. Duemila ettari di campi coltivati sott'acqua solo nella Val di Cornia per la rottura dell'argine del Cornia.
    Allerta massima anche nella Val di Cecina per l'esondazione del Cecina ed ancora dello Sterza già esondato lo scorso settembre.
    L'evolversi della situazione meteo è seguita sul posto da Coldiretti Livorno in costante contatto con le imprese agricole interessate dall'emergenza maltempo mentre i presidenti di sezione ed il personale stanno cercando, in questo esatto momento, di raggiungere, dove è possibile, i colleghi per fornirgli assistenza e conforto".
    "L'eccezionale quantità di acqua caduta dal cielo nelle ultime 24 ore rilevati dalle stazioni del Servizio Idrogeologico della Toscana, 175 mm a Campiglia Marittima, 132 mm a Suvereto, 130 mm a Venturina, 100 mm San Vincenzo e 100 mm a Volterra, ha fatto collassare il reticolo idraulico principale travolgendo le coltivazioni - si afferma da Coldiretti -. La situazione più pesante si registra nella Val di Cornia, in particolare nella zona di Venturina, considerata la piana degli ortaggi della Toscana. L'acqua, mista a fango tracimata dal Cornia, sta defluendo attraverso i campi travolgendo le produzioni. In campo ci sono, in questo momento, centinaia di ettari di carciofi, spinaci, bietole, finocchi e cime a rape. Dopo l'alluvione tra Castagneto Carducci e San Vincenzo" del 23 settembre scorso, "l'agricoltura livornese rischia di pagare un altro dazio pesantissimo". (ANSA).
   

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