(di Chiara Venuto)
(ANSA) - ROMA, 21 OTT - "Sono sconvolta, ho appena letto che
l'ex presidente della Repubblica albanese, Ilir Meta, è stato
arrestato. È interessante sia avvenuto a ridosso delle elezioni,
io sono garantista e bisogna capire come andrà".
L'occasione per contattarla è il suo primo romanzo, 'Le
favole del comunismo', pubblicato quest'anno da Marsilio e che
proprio nelle ultime ore si è aggiudicato il premio letterario
'Il libro della vita'. Una storia in cui, attraverso il suo
alter ego Ari, Likmeta scrive di sé, della sua infanzia albanese
in contrapposizione al presente odierno in Italia. "Ari è una
bambina che racconta gli albanesi fuori dal raccordo di potere
di Tirana - spiega all'ANSA - quelli veri, il socialismo reale e
cosa ha significato il dolore di quel popolo".
Un libro attuale perché parla anche di migrazioni in un tempo
in cui il tema è al centro del dibattito pubblico nazionale e
non solo. Per Likmeta quello sui centri migranti in Albania è un
"accordo fallimentare" dal punto di vista italiano, anzi, "mi
sembra tutto molto illogico perché quei soldi potevano essere
investiti meglio", prosegue. A questo proposito racconta che
oggi è a Bologna, in un'Emilia Romagna che soffre ancora per via
del maltempo. "Se la destra cadrà sarà perché verrà vinta dal
climate change, non certo dalla sinistra molle", aggiunge
ironicamente, "quando la realtà ti bussa la porta e quella
realtà si chiama fango, la gente si arrabbia".
Sull'altra costa del Mediterraneo, però, un senso al progetto
la scrittrice lo trova. "L'Albania in questo momento ha bisogno
di fondi - continua - così si propone come discarica delle colpe
europee: Rama, come un maggiordomo, si rende utile" all'Europa,
dunque all'Italia che è il suo primo partner commerciale. Ma non
solo. "Considerando che la Serbia si sta armando e potrebbe
destabilizzare il Kosovo - riflette poi Likmeta - potrebbe
essere nell'interesse dell'Unione Europea far entrare l'Albania
il prima possibile".
Tutto ciò indica una certa dose di quella che per
l'imprenditrice italo-albanese è "praticità". "Il tema dei
migranti è economico, non politico o legato a qualche morale -
dichiara - la politica oggi è amorale". Anche quando vuole
mostrarsi tale, secondo Likmeta. "Io sono completamente
integrata - afferma - sono italiana e amo immensamente l'Italia,
che mi ha insegnato che la libertà è la cosa più importante.
Però crescendo mi sono scontrata con una certa élite che predica
bene e razzola male, non ti vuole davvero integrare ma usare
come un brand. Io però non sarò mai la politica albanese, che si
rende comoda pur di portare avanti un certo tipo di propaganda".
(ANSA).
Likmeta, 'sui centri in Albania un accordo fallimentare'
La scrittrice: 'serve a Rama che ha bisogno di fondi'