Cronaca

Sequestrato e picchiato nel Porto Vecchio a Trieste, un fermo

Indagini per risalire ai 2 complici. Procura: 'Non c'è impunità'

Redazione Ansa

(ANSA) - TRIESTE, 24 OTT - E' stato minacciato con coltelli e bastoni e rapinato nel Porto Vecchio di Trieste, dove si era rifugiato assieme ad altri profughi. Poi è stato rinchiuso in uno stanzino dei magazzini abbandonati e quindi picchiato e tenuto sotto sequestro per una notte, fino a quando non è riuscito a fuggire e a chiedere aiuto a una pattuglia della polizia locale. La vicenda, ricostruita da Il Piccolo, è accaduta lo scorso 14 ottobre. La vittima è un giovane pachistano.
    Con un'indagine lampo la polizia locale è riuscita a risalire a uno dei tre aggressori - un 28enne, cittadino pachistano - che è stato fermato e portato in carcere. Dovrà rispondere di sequestro di persona a scopo di estorsione. Indagini sono in corso per risalire ai due complici.
    I tre aggressori - secondo quanto riporta Il Piccolo - sono migranti, tutti cittadini pachistani, giunti attraverso la rotta balcanica. Dopo il sequestro, la vittima sarebbe stata obbligata a telefonare al padre in Pakistan per chiedere un riscatto di 2mila euro, "altrimenti - avrebbero detto - ti ammazziamo".
    Il quotidiano ricorda che poche settimane fa tre giovani indiani erano stati picchiati e rinchiusi in un'abitazione di via della Fabbrica da una banda di cittadini pachistani. Questi sequestri, ha detto il procuratore di Trieste facente funzioni, Federico Frezza, alla Tgr Rai del Fvg, "preoccupano, sicuramente sì". "C'è un clima e terreno fertile per questo tipo di violenze e soprusi". Ma "per reati così gravi non c'è assolutamente impunità: quando" i responsabili "vengono presi rimangono in carcere, perché non c'è motivo di scarcerarli".
    Il Consorzio italiano di solidarietà richiama alla responsabilità delle istituzioni: "persone come la vittima, costrette a rifugiarsi in luoghi di fortuna, non ricevono misure di accoglienza tempestive e adeguate, cui avrebbero diritto. In simili contesti, diventa inevitabile l'esposizione a violenze da parte di gruppi criminali". (ANSA).
   

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