(ANSA) - TRIESTE, 24 OTT - E' stato minacciato con coltelli e
bastoni e rapinato nel Porto Vecchio di Trieste, dove si era
rifugiato assieme ad altri profughi. Poi è stato rinchiuso in
uno stanzino dei magazzini abbandonati e quindi picchiato e
tenuto sotto sequestro per una notte, fino a quando non è
riuscito a fuggire e a chiedere aiuto a una pattuglia della
polizia locale.
Con un'indagine lampo la polizia locale è riuscita a risalire
a uno dei tre aggressori - un 28enne, cittadino pachistano - che
è stato fermato e portato in carcere. Dovrà rispondere di
sequestro di persona a scopo di estorsione. Indagini sono in
corso per risalire ai due complici.
I tre aggressori - secondo quanto riporta Il Piccolo - sono
migranti, tutti cittadini pachistani, giunti attraverso la rotta
balcanica. Dopo il sequestro, la vittima sarebbe stata obbligata
a telefonare al padre in Pakistan per chiedere un riscatto di
2mila euro, "altrimenti - avrebbero detto - ti ammazziamo".
Il quotidiano ricorda che poche settimane fa tre giovani
indiani erano stati picchiati e rinchiusi in un'abitazione di
via della Fabbrica da una banda di cittadini pachistani. Questi
sequestri, ha detto il procuratore di Trieste facente funzioni,
Federico Frezza, alla Tgr Rai del Fvg, "preoccupano, sicuramente
sì". "C'è un clima e terreno fertile per questo tipo di violenze
e soprusi". Ma "per reati così gravi non c'è assolutamente
impunità: quando" i responsabili "vengono presi rimangono in
carcere, perché non c'è motivo di scarcerarli".
Il Consorzio italiano di solidarietà richiama alla
responsabilità delle istituzioni: "persone come la vittima,
costrette a rifugiarsi in luoghi di fortuna, non ricevono misure
di accoglienza tempestive e adeguate, cui avrebbero diritto. In
simili contesti, diventa inevitabile l'esposizione a violenze da
parte di gruppi criminali". (ANSA).
Sequestrato e picchiato nel Porto Vecchio a Trieste, un fermo
Indagini per risalire ai 2 complici. Procura: 'Non c'è impunità'