"L'udienza di ieri ha certificato in tutto le imputazioni e le aggravanti. L'imputato ha peraltro mentito sin dall'inizio, e persino il memoriale, che nelle sue intenzioni dichiarate doveva essere un atto di trasparenza, è imbarazzante così come lo è stato il suo esame".
Lo afferma l'avvocato Stefano Tigani all'ANSA, il giorno dopo l'udienza in cui Filippo Turetta, l'omicida di Giulia Cecchettin, ha risposto alle domande di Pm e legali, presentando una memoria di 80 pagine sulla vicenda. "Alla luce dell'udienza di ieri - prosegue - posso affermare che dal punto di vista della parte civile si tratta di un omicidio di una straordinaria e lucida ferocia e gravità, uno dei più terribili per il nostro territorio, ma altresì circostanziato da un atteggiamento processuale inaccettabile di cui si dovrà tenere conto". "Turetta - prosegue Tigani - non merita alcuna attenuante, non ce ne sono proprio i presupposti. Non c'è pentimento, non c'è presa di distanza dall' illecito. Non c'è rispetto per la vittima e la famiglia. Nulla di nulla". "Le lacrime le ha versate solo per se stesso dal mio punto di vista - insiste Tigani -. Di fronte a ciò credo che ci si aspetti una risposta adeguata. E io sono convinto che la Corte saprà ben giudicare. Un ringraziamento va fatto al Pm Andrea Petroni per come ha condotto l'indagine e l'esame". "Per ciò che concerne Gino, nessuno può capire come si senta. Io gli sono vicino, come tutta l'Italia" conclude.
Avvocato di Turetta: 'Prevedo una pena della giusta severità'
Per Filippo Turetta "prevedo una commisurazione della pena della giusta severità". Così il prof Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, commenta con l'ANSA il processo che vede il giovane imputato per l'omicidio di Giulia Cecchettin. Anche se, spiega Caruso, "che i processi per reati come i femminicidi vengano definiti con l'ergastolo è abbastanza frequente. E' una possibilità".
Dopo il lungo interrogatorio di ieri in Corte d'Assise a Venezia, il legale non ha più sentito Turetta - "sicuramente era scosso" - Essendo stato esaurito con l'udienza di ieri l'esame dell'imputato - la seduta del 28 è stata infatti annullata - è possibile che Turetta non si ripresenti più in aula: "dipenderà da lui", ma "in astratto, dal punto di vista processuale, non è più necessario". Il faccia a faccia con i giudici era una condotta che il legale aveva stabilito con Turetta, una condizione per garantirne il proseguimento della difesa. Così come l'idea di scrivere di suo pugno il memoriale di 80 pagine depositato ieri. "E' stato un adempimento molto duro, sofferto, per tutti - aggiunge - ma era un passaggio che ho ritenuto. doveroso, che andava fatto e sul quale ho insistito". Il proposito era anche quello di far capire, non solo ai giudici, il percorso di consapevolezza di Turetta rispetto all'enorme gravità del fatto commesso. "Anche se - riflette Caruso - sotto l'aspetto mediatico qualsiasi cosa avesse fatto Turetta non sarebbe bastata. L'opera di mostrificazione andava portata a termine. La rotta è segnata".
Leggi l'articolo completo su ANSA.it