Ha interessato due delibere di programmazione economica della Regione Umbria l'indagine per abuso d'ufficio, già archiviata, che ha riguardato la gestione dei fondi del Piano di sviluppo rurale ed ha coinvolto la presidente della Regione, Donatella Tesei, e l'assessora regionale al Bilancio, Paola Urbani Agabiti.
La vicenda riguarderebbe finanziamenti ricevuti dalla Regione da una azienda agricola nella quale lavorerebbe il figlio della governatrice e di proprietà del marito dell'assessora. Tesei ha così ha commentato con l'ANSA: "Ho appreso la notizia solamente oggi e solo perché ne hanno parlato i giornali. Mi risulta che l'indagine era iniziata da tempo e già questo dimostra ancora una volta la correttezza dell'operato della mia amministrazione. Per il resto, in attesa di consultare gli atti, assisto alla consueta attività di strumentalizzazione e mistificazione, con argomenti di ignobile livello, amplificata dalla vicinanza della scadenza elettorale".
Il procuratore Cantone ha inviato al Gip la richiesta di archiviazione alla luce dell'abolizione del reato di abuso d'ufficio. Richiesta accolta dal gip il quale ha già archiviato l'indagine a carico della presidente e della stessa assessora Agabiti. Lo ha annunciato il difensore di quest'ultima, l'avvocato Nicola Di Mario. Secondo il quale "laddove non fosse stata disposta l'abrogazione dell'abuso d'ufficio, la originaria e provvisoria contestazione di reato elevata a carico della dottoressa Paola Agabiti sarebbe risultata del tutto infondata sul piano giuridico".
Con la prima delle due delibere al centro dell'indagine è stato preso atto delle risorse stanziate, per 285 milioni di euro. E' stata quindi svolta una consultazione con le associazioni di categoria e sono state individuate le filiere alle quali destinarle, olio, luppolo e tartufo. Per i bandi si sono quindi costituite delle associazioni temporanee di scopo. Per quella del settore tartufo si sono messe insieme un centinaio di aziende tra le quali quella del marito dell'assessora Paola Agabiti che comunque - attraverso il suo difensore - ha rivendicato la correttezza del suo comportamento. L'indagine era partita da un esposto anonimo.
Nel fascicolo - risulta all'ANSA - non sarebbe stato formalizzato un vero e proprio capo d'accusa. La vicenda ha assunto ora un carattere politico soprattutto in vista delle elezioni regionali del prossimo 17 e 18 novembre. "La presidente Tesei faccia chiarezza", dice Thomas De Luca, coordinatore regionale Movimento 5 Stelle. Secondo il segretario del Pd dell'Umbria, Tommaso Bori, "la notizia svela con tutta evidenza un sistema consolidato che si è servito delle istituzioni per finanziare aziende di famiglia". E Stefania Proietti, candidata alla Regione Umbria per il centrosinistra, ha affermato, intervistata durante la trasmissione Metropolis, che la vicenda "lascia molto l'amaro in bocca" e che "è una situazione per cui la buona politica avrebbe evitato di trovarsi, proprio per ragioni di opportunità politica e di conflitto di interessi, che sicuramente fa molto pensare".
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