(di Antonella Brianda)
(ANSA) - TEMPIO PAUSANIA, 01 NOV - "Tra circa quarant'anni,
stando ad alcuni studi scientifici, Londra potrebbe avere il
clima di Barcellona, Roma quello di Marrakech, e gli architetti
del paesaggio stanno già da ora considerando questi cambiamenti
climatici, in vista di un nuovo modello di progettazione degli
spazi verdi nelle nostre città". Marco Scano, agronomo di Tempio
Pausania e dottorando presso l'Università di Sheffield, né è
consapevole da anni, da quando all'interno del vivaio di
proprietà della famiglia ha deciso di ritagliarsi una zona di
studio e sperimentazione, nella quale porta avanti alcune
ricerche scientifiche che hanno come oggetto le piante
ornamentali e il loro reagire ai cambiamenti del clima.
Scano, classe 1973, titolare dell'azienda Pratobello.com con
sede a Tempio Pausania, disegna e realizza i giardini più belli
della Costa Smeralda e della Gallura, partendo non solo dal
progetto di garden, ma proprio dalla coltivazione delle specie
che va ad impiantare. Attento osservatore e grande appassionato
della natura, Scano e i suoi studi sulle piante ornamentali
hanno da tempo attirato l'interesse dei ricercatori di
Sheffield, con i quali porta avanti un progetto.
"Il mio dottorato di ricerca presuppone la creazione di un
campo sperimentale, un progetto autofinanziato nella mia azienda
a Tempio, con lo scopo di vedere come alcune comunità vegetali
si comportano in maniera diversa quando vengono private
dell'acqua e quando vengono tagliate, quindi in condizioni
estreme e sempre più problematiche - racconta all'ANSA
l'agronomo - Condizioni che negli anni andranno purtroppo a
verificarsi sempre più spesso, in ogni parte del mondo",
sottolinea Scano, che ha una visione molto chiara di come anche
le amministrazioni comunali dovrebbero cominciare a progettare i
propri spazi verdi.
"Si deve iniziare a considerare la costruzione di un nuovo
tipo di giardino pubblico - spiega il ricercatore - Non più il
prato che consuma acqua e risorse che non saranno più
disponibili. Dimentichiamoci di vedere quelli che vengono
definiti 'green desert', ossia grandi spazi ricoperti di erba
senza biodiversità, con un'unica pianta. Questi modelli non sono
già ora più sostenibili. Bisogna invece progettare giardini
stabili, sostenibili e anche curativi, con la presenza degli
insetti, in cui la natura entra realmente dentro la città, in
maniera vibrante e viva. Questo è l'obiettivo dei ricercatori di
Sheffield e dei progettisti: l'imitazione della natura
all'interno dei centri abitati".
Un occhio sempre più attento verso la sostenibilità
ambientale e l'altro verso l'aspetto puramente ornamentale:
Scano è ben consapevole che i giardini servono ad abbellire le
città, ma è anche sicuro che entrambi gli aspetti possano
convivere in armonia. "Molte specie native della Sardegna sono
estremamente resistenti al caldo, alla siccità e al fuoco e
rispondono anche al requisito dell'ornamento". Piante di mirto,
di lentischio e olivastri potrebbero dunque essere utilizzate in
molti giardini in giro per il mondo, magari unite ad altre
specie appositamente studiate e compatibili climaticamente.
Le ricerche di Scano nel suo laboratorio tempiese hanno già
varcato la Manica e le sue sperimentazioni saranno al servizio
di uno studio di New York, che deve realizzare un
giardino-installazione alla prossima Biennale di Venezia.
L'obiettivo del progetto è quello di educare alla
climatizzazione degli ambienti umani, e sarà proprio l'agronomo
sardo a fare da consulente per la scelta della piante. (ANSA).
Giardini curativi in città per adattarsi al nuovo clima
Da Tempio Pausania a Università di Sheffield, studio di M. Scano