"Non ho mai fatto richiesta di alcun dossier" a Enrico Pazzali e "i pm ne hanno preso atto". Si è espressa così la vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli, di FI, dopo essere stata sentita stamani a Milano come persona informata sui fatti in merito all'indagine sulla presunta rete di cyber spie scoperta dalla Dda di Milano e dalla Dna. La senatrice ha definito la vicenda emersa dall'inchiesta "un verminaio inqualificabile e - ha aggiunto - credo bisognerà fare qualcosa dal punto di vista legislativo".
"Dopo aver letto le ricostruzioni giornalistiche in cui venivo coinvolta, seppur da non indagata, nell'inchiesta sui dossieraggi - ha detto Ronzulli, dopo la sua testimonianza di poco più di un'ora - ho chiesto subito ai pm di potermi ascoltare e li ringrazio per averlo fatto nel più breve tempo possibile. La Procura già aveva inteso e oggi ha preso definitivamente atto - ha aggiunto - che non ho mai fatto richiesta di alcun dossier a Pazzali". E ancora: "Ho chiesto di essere ascoltata per sgomberare il tavolo da ricostruzioni fantasiose, allusioni e tesi che mi vedrebbero accostata ai cosiddetti spioni, questo è totalmente falso e oggi l'ho ribadito ai magistrati". "Questa mattina ho raccontato come sono andati i fatti spiegando chiaramente che non ho mai commissionato a Pazzali alcun controllo su una professionista, come viene dedotto invece da una intercettazione telefonica tra quest'ultimo e un'altra persona. Le ricostruzioni fantasiose - ha proseguito - che sono finite sui giornali sono false, in primis perché ciò presupporrebbe che io fossi stata a conoscenza che Pazzali avesse un'agenzia investigativa, quando invece ho scoperto tutto dai media, in secondo luogo perché non avrei avuto alcun motivo di chiedere informazioni su una professionista che stimo e che conosco da tantissimi anni". Se sono stati chiesti "dei controlli su di lei sono stati fatti in totale autonomia da qualcun altro, non so con quale obiettivo, non escludo magari per qualcosa che potesse screditarla in quanto in predicato di entrare nel cda di Fiera". "Chiunque in questi giorni mi abbia definito spiona o cliente di Pazzali - ha detto ancora - ne risponderà in Tribunale".
A chi le ha chiesto poi se intende denunciare Pazzali, Ronzulli ha risposto: "il processo deve fare il suo corso, quindi ci saranno i tempi per decidere tutto questo". Ronzulli ha spiegato di aver "scoperto tutto dalla stampa, non sapevo di questa agenzia investigativa. Penso che saranno gli inquirenti a fare le domande a Pazzali". A chi le ha chiesto se Pazzali avesse in mano il curriculum della professionista, ha risposto: "Questo io non lo so dire, era in predicato per diventare consigliere della Fondazione Fiera". E ha aggiunto: "Io non ho mai fatto il suo nome a Pazzali". La senatrice ha precisato ancora che conosce Pazzali "da quando era amministratore delegato di Fiera spa, nella consiliatura precedente a quella in cui sono entrata io, nel 2015, lo conoscevo perché in quanto ad di Fiera ci sono stati eventi fieristici e abbiamo tutti partecipato".
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