Traumatizzato. Alla ricerca di un senso per quanto è successo. Si sente così Christian Raimo, il professore del liceo Archimede di Roma sospeso per avere rivolto al ministro Valditara parole giudicate "offensive" dall'Ufficio scolastico regionale del Lazio. Deve ancora metabolizzare la punizione che reputa "sproporzionata", e solo dopo deciderà se fare ricorso o no. Anche perché, adesso, deve "pensare a come vivere con 600 euro al mese per i prossimi tre mesi".
Intanto a sua difesa si mobilitano gli studenti che scenderanno in piazza a Roma domenica ed è stata creata anche una raccolta fondi che è già arrivata a oltre 15mila euro. Non si dà pace Raimo: "Sto ancora cercando un senso a questa sospensione ma non è facile", ha detto. "Io non ho mai detto lurido a Valditara, ho detto che tutto ciò che dice Valditara è lurido ma non lui. E questo è decisivo per capire il senso delle mie dichiarazioni - spiega - vorrei capire la ragione per cui se un docente esprime una critica al governo al di fuori della scuola può essere sospeso dall'insegnamento con stipendio dimezzato per tre mesi". E ancora: "Quando ho detto che Valditara, la sua azione, va colpita come la 'Morte Nera' perché anello debole, stavamo ridendo. Era una metafora che voleva alleggerire la situazione. Star Wars è una metafora, mi sembrava evidente che lo fosse. Le mie parole sono state riportate in modo errato. Valditara è un liberale, non è fascista, ma non condivido le sue idee. Non è un bersaglio personale".
Intanto domenica 10, a Piazza Sempione, nel municipio dove Raimo è stato assessore alla cultura, movimenti e collettivi degli studenti si mobilitano per il prof-scrittore con un presidio: "Dopo che mercoledì 6 il professor Christian Raimo ha ricevuto una sospensione di 3 mesi per aver criticato l'idea di scuola del ministro Valditara l'indignazione di tutti coloro che si oppongono a quest'idea di mondo che impone il governo si è fatta largamente sentire e noi non vogliamo rimanere in silenzio. Con l'avvicinarsi della discussione del Ddl Sicurezza in Senato abbiamo già avuto un esempio di come la repressione stia colpendo tutti noi e quindi di come sia sempre più difficile essere liberi di esprimere alcuna forma di dissenso", scrivono i collettivi sui social.
"Noi, in quanto studenti del III municipio, condanniamo fortemente questa misura repressiva nei confronti di un cittadino come Raimo. Domenica, alle 17, faremo sentire la nostra rabbia e la nostra voce in solidarietà del professor Raimo e contro la stretta repressiva", il post degli studenti. Di tutt'altro avviso la preside del liceo Montessori di Roma, Anna Maria De Luca: "Se dobbiamo combattere il bullismo a scuola e insegnare il peso delle parole ai ragazzi non possiamo non condannare il peso delle parole di un docente, Raimo, contro il ministro e l'istituzione che rappresenta. È bullismo contro il ministro la presa di posizione di chi, in nome della libertà di espressione, giustifica la maleducazione e la violenza verbale che nulla hanno a che fare con la libertà di espressione. Stiamo assistendo a una forma di bullismo contro le istituzioni. La scuola non può avere due pesi e due misure, se avversiamo i ragazzi bulli dobbiamo avversare anche il bullismo degli adulti".