(ANSA) - NAPOLI, 20 NOV - Morte come conseguenza della
violazione delle norme di sicurezza sul lavoro e sulla
detenzione di materiale esplodente: è quanto ipotizzano gli
inquirenti della Procura di Napoli che stanno coordinando le
indagini sullo scoppio della fabbrica di fuochi di artificio
abusiva a Ercolano, in provincia di Napoli, che ha causato la
morte di tre giovani: un ragazzo albanese 18enne e due gemelle
di 26 anni.
A coordinare gli accertamenti dei carabinieri sono i
sostituti procuratori Stella Castaldo e Maurizio de Franchis in
forza, rispettivamente, alla VI e VII sezione (dirette dai
procuratori aggiunti Simona Di Monte e Pierpaolo Filippelli)
Al momento i carabinieri di Ercolano hanno denunciato un uomo
di 38 anni che aveva intestato l'immobile regolarmente
accatastato ma utilizzato per la fabbricazione illegale dei
botti alla figlia 13enne: la sua posizione è al vaglio degli
inquirenti.
Nelle prossime ore dovrebbero essere conferito l'incarico per
l'esame autoptico sulle salme delle tre vittime, recuperate tra
ieri e l'altro ieri, dal luogo della tragedia e trasferite nel
secondo policlinico di Napoli. (ANSA).
Esplosione a Ercolano, due sezioni della procura al lavoro
Ipotizzata "morte come conseguenza altro reato", attesa autopsie