Tutti gli operatori sociali di 'Medihospes', l'ente gestore dei Centri italiani in Albania per il rimpatrio dei migranti, lasceranno Schengjin e Gjader per rientrare in Italia entro il fine settimana. E a quanto si apprende non sarebbero previsti ricambi. Ma dal Viminale trapela che i centri restano comunque operativi e vigilati: attualmente, sottolineano fonti del ministero dell'Interno, il personale è stato ridotto e varia in base alle esigenze del momento.
Restano in sette della cooperativa, con ruolo amministrativo, e il personale albanese tra cui anche personale sanitario. In attesa del 4 dicembre, quando la Cassazione sarà chiamata a decidere se i giudici possono mantenere discrezionalità nella valutazione di un paese sicuro o dovranno semplicemente attenersi alla lista del governo, il segretario di +Europa Riccardo Magi esulta: "Missione compiuta! Il Governo è riuscito nell'impresa dei rimpatri. Dei migranti? No, degli operatori italiani mandati in Albania, che entro il weekend rientreranno a casa. Prima lo spreco enorme di fondi pubblici, poi le sentenze dei tribunali e i centri svuotati, in seguito il rientro di una parte del personale di polizia, ora il ritorno degli operatori. Un fallimento epocale. Per fortuna".
E aggiunge: "Dall'apertura dei centri albanesi a oggi, in Italia sono sbarcate 6.000 persone migranti. Se i giudici non avessero applicato le leggi, oggi in Albania ce ne sarebbero appena 18. Non solo Giorgia Meloni prende in giro gli italiani, ma fa pagare a ciascuno di noi il conto della sua salatissima propaganda: un miliardo di euro. Mentre dimenticano i giovani danno mance di 7 euro agli infermieri e non fanno niente contro le liste d'attesa. La Presidente del Consiglio fermi questa pantomima, rispetti le leggi e i diritti e chieda scusa a tutti gli italiani".
Anche la deputata del Pd Rachele Scarpa sottolinea che "è inutile perseverare in questo spreco disumano, non ha senso ostinarsi su un'operazione che oltre che ininfluente dal punto di vista di gestione dei flussi si è rivelata crudele verso le 20 persone che sono state letteralmente deportate in Albania per un'operazione di propaganda tutta italiana. Il ministero dell'Interno dovrebbe piuttosto chiedere scusa a queste persone e agli italiani che hanno pagato cara questa operazione".
Da registrare anche la mozione della Federazione degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri che, rispondendo alle segnalazioni di organizzazioni umanitarie tra le quali Emergency e Medici senza Frontiere sulle modalità per la selezione delle persone non vulnerabili da trasferire nei centri in Albania, sottolinea: "La selezione dei migranti a fini amministrativi non è un processo di cura". Il medico ha un solo fine: curare senza alcuna discriminazione e "dovrà essere perseguito in tutti i percorsi del protocollo Italia-Albania che coinvolgono i medici". Nei percorsi che coinvolgono i medici serve "prevedere la presenza di figure adeguatamente formate".
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