(ANSA) - MILANO, 02 DIC - La genuinità, la simpatia, la
soddisfazione e l'entusiasmo di studenti, ragazze e ragazzi,
famiglie, operatori, volontari, insegnanti e medici da un lato.
E dall'altro un paradigma rovesciato nel sociale: chi ha
fragilità o è in condizioni di disagio o con disabilità dà un
contributo enorme, non solo lo riceve, agli altri cambiando sì
la propria vita ma anche quella di chi lo affianca e lo motiva e
degli adulti.
Progetti, oltre 300, che, da 2001, hanno consentito di
sostenere in tutta Italia più di 72 mila persone con differenti
situazioni di bisogno, stanziando oltre 40 milioni di euro. Le
linee guida strategiche delle attività seguite dalla Fondazione
negli anni passati e confermate per il 2024-2025 si focalizzano
su quattro ambiti di intervento: Arte, cultura e
sensibilizzazione; Sport inclusivo; Aiuti mirati, tempo libero
per tutti e volontariato e Inserimento lavorativo. Sempre con un
denominatore comune: al centro la persona.
Tante le testimonianze dei presenti: da chi punta a diventare
un'attrice come Sofia Orsenigo, allieva di Casa Teatro, a Jay
Cee Malabanan, uno dei tirocinanti dell'ultima edizione di
Impariamo dall'Eccellenza avviato a una carriera importante nel
settore alberghiero fino all'atleta paralimpico Fabio Triboli
che ha preso parte alla corsa storica in bici di ben 135
chilometri "Super Eroica" ("Non mi tiro indietro quando me lo
chiedono", ha detto con orgoglio). Molto divertente, come sua
abitudine, Giacomo Poretti, notissimo comico del trio Aldo,
Giovanni e Giacomo, direttore artistico del percorso che
coinvolge artisti e professionisti di livello nazionale e
internazionale. "Sono 40 anni che lavoro con un disabile
mentale, Aldo, che ha fatto del bene al teatro" ha detto
scherzando. Poi, quasi trattenuto e in punta di piedi, ha
sottolineato che l'esperienza in collaborazione con il Teatro de
gli Innominati "è stato un ciclone che mi ha travolto e mi sono
accorto di quanto possono dare quelli che sono considerati
outsider. Tra l'altro nel nostro teatro non c'è il palco e
quindi non ci sono barriere di accesso". Infine ha "implorato" i
ragazzi di procurargli una tuta come la loro.
"Vogliamo favorire l'inclusione sociale e offrire una
prospettiva di vita positiva a chi è più in difficoltà
valorizzando le abilità di ognuno, per garantire loro un futuro
migliore - ha detto Maurizio Devescovi, presidente di Umana
Mente e direttore generale di Allianz, introducendo l'incontro
-. Sono questi i valori che negli anni hanno guidato il nostro
impegno filantropico. Scegliendo i progetti ne valutiamo la
sostenibilità e la replicabilità". (ANSA).
Quando fragili e disabili sono una risorsa e non un problema
Progetti Fondazione Allianz Umana Mente, al centro la persona