(ANSA) - NAPOLI, 06 DIC - Sarebbe stato stroncato da un
tumore diagnosticato troppo tardi a causa di gravi negligenze
mediche il 15enne napoletano Carmine Puccinelli. Lo sostiene, in
un comunicato, lo Studio Associato Maior che assiste la famiglia
del giovane.
"Secondo la consulenza tecnica depositata presso la Procura di
Macerata, - si legge nella nota - la neoplasia al ginocchio di
Carmine era riconoscibile già a dicembre 2022, quando i primi
sintomi avevano spinto la famiglia a cercare risposte. Tuttavia,
i medici hanno inizialmente sottovalutato la situazione,
diagnosticando erroneamente una semplice contusione, una cisti o
del liquido da aspirare. Questo ritardo nella diagnosi ha
impedito un trattamento tempestivo che avrebbe potuto salvare la
vita di Carmine".
"Mi dicevano che non c'era nulla di grave, che il tumore era
solo un liquido o una cisti," denuncia Immacolata Riccio, madre
del ragazzo, che aggiunge: "avevo fiducia nei medici, ma ogni
giorno vedevo mio figlio peggiorare. Quando finalmente
riconobbero il tumore, mi dissero che era troppo tardi. Carmine
poteva salvarsi, ma è stato lasciato soffrire, senza cure
adeguate. Non posso accettare che mio figlio sia morto così".
La madre di Carmine continua: "Ho deciso di rendere pubblica
questa storia per onorare la sua memoria e per fare in modo che
nessun altro bambino debba soffrire quello che ha sofferto lui.
Mi auguro che chi ha sbagliato paghi, e che la morte di mio
figlio non sia stata vana. Mio figlio è stato un martire sulla
terra, ma Dio vedrà la verità."
Gli avvocati della famiglia, Filippo Castaldo, Michele Francesco
Sorrentino e Pierlorenzo Catalano, insieme al medico legale
Marcello Lorello, - si legge ancora nella nota - hanno chiesto
l'adozione di misure nei confronti dei sanitari direttamente
coinvolti, sottolineando la necessità di fare giustizia in tempi
rapidi. "È stato accertato un grave ritardo diagnostico che ha
condizionato in maniera determinante l'esito della malattia,"
spiegano i legali. "Un'azione tempestiva avrebbe offerto alte
possibilità di guarigione, ma l'omissione e l'approssimazione
nel trattamento hanno tolto ogni speranza al giovane."
"La famiglia, sconvolta dal dolore - conclude il comunicato -
dichiara di voler proseguire la battaglia legale fino a quando
tutti i responsabili non saranno chiamati a rispondere delle
loro azioni". "Non ci fermeremo finché non avremo giustizia per
Carmine. Il suo sacrificio deve servire a proteggere altri
bambini. Questa battaglia è per lui, ma anche per tutte le
famiglie che si affidano ai medici e meritano rispetto e
competenza". (ANSA).
Giovane morto per tumore, 'neoplasia diagnosticata in ritardo'
La madre: "mi dicevano che non c'era nulla di grave..."