La Procura di Roma ha chiesto la condanna all'ergastolo (isolamento diurno di due anni e sei mesi) per Claudio Campiti, l'uomo che uccise quattro donne a Fidene, quartiere nella periferia nord-est di Roma, nel dicembre 2022 nel corso di una riunione di condominio.
I rappresentanti dell'accusa hanno, inoltre, sollecitato una condanna a 4 anni e 1 mese per il presidente della Sezione Tiro a Segno Nazionale di Roma all'epoca dei fatti e a 2 anni un dipendente addetto al locale dell'armeria del poligono di tiro di Tor di Quinto struttura da cui l'imputato si allontanò con l'arma utilizzata per la strage. I due sono accusati di reati omissivi.
Nel corso della requisitoria i pm Giovanni Musarò e Alessandro Lia, hanno ricostruito cosa avvenne in quel drammatica domenica. "Campiti entra in quel gazebo per uccidere, nell'arco di cinque secondi uccide quattro persone. Entra - hanno affermato - e senza esitazione esplode il primo colpo, si rende conto di un problema di caricamento e riesce subito a scarrellare e a ricaricare il colpo in canna, tornando così a sparare e a uccidere. È lì che, quello che noi definiamo un eroe civile, Silvio Paganini coglie l'attimo in cui Campiti si gira e si butta su di lui. Campiti si era abbigliato da combattente, aveva ancora oltre 170 proiettili e avrebbe potuto fare una strage ancora maggiore". Parlando di cosa avvenne prima, con il killer che esce dal tiro a segno con l' arma, i rappresentanti dell'accusa hanno aggiunto che "quanto successo non era imprevedibile, eventi analoghi erano già accaduti senza che fossero prese precauzioni".
E ancora: "c'è un'area di demanio con il più grande tiro a segno nazionale in cui vigeva una specie di far west, con totale assenza di cautele. Come è possibile che Campiti sia uscito dal poligono con la pistola e sia andato via indisturbato, senza passare mai per la linea di tiro? Innanzitutto - aggiungono i sostituti procuratori - per lo stato dei luoghi: l'armeria dista 247 metri dalla linea di tiro e si deve necessariamente passare dal parcheggio, nel percorso si costeggia il bar e i bagni, una zona di fatto pubblica, il bar era sostanzialmente aperto a tutti e non c'era alcun tipo di controllo al parcheggio". Per i magistrati "Campiti non ha approfittato di un momento di distrazione di qualcuno ma di un regolamento interno al poligono che veniva applicato in quel modo da 30 anni ".
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