(ANSA) - PALERMO, 16 DIC - I finanzieri del comando
provinciale di Palermo hanno eseguito un'ordinanza di custodia
cautelare emessa dal gip nei confronti di 18 persone accusate a
vario titolo di associazione mafiosa, porto abusivo d'armi,
turbata libertà degli incanti, estorsione, rapina e
favoreggiamento personale. Sette sono state portati in carcere,
10 sono finite ai domiciliari e per una è scattato l'obbligo di
dimora nel comune di residenza.
Le indagini, coordinata dalla Dda guidata dal procuratore
Maurizio de Lucia, sono state condotte dal Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria di Palermo, diretto dal colonnello Carlo
Pappalardo e hanno permesso di far luce sugli affari dalla
famiglia mafiosa di Mazara del Vallo (Trapani), fedelissima del
boss Matteo Messina Denaro, nel settore dei supermercati, del
catering e nella gestione dei pescherecci per la pesca del
gamberone rosso.
L'indagine coordinata dalla Dda di Palermo ha ricostruito le
dinamiche mafiose che hanno portato all'ascesa di Domenico
Centonze, formalmente allevatore di ovini, che, agendo come
braccio operativo del capo mandamento Dario Messina, attualmente
detenuto, è divenuto, nel tempo, il punto di riferimento delle
più svariate attività criminali. Centonze, secondo l'accusa,
controllava la riscossione di crediti insoluti, dirimeva
controversie, organizzava traffici di stupefacenti tra Palermo e
i territori del mandamento. La mafia, inoltre, avrebbe gestito
le aree di pascolo e le aste fallimentari. Le investigazioni
hanno consentito di documentare anche diversi episodi di
violenza legati al mancato rispetto di accordi presi per la
spartizione di alcuni immobili.
C'è anche un grosso imprenditore nel settore della
distribuzione alimentare nell'indagine della Dda di Palermo sul
clan mafioso di Mazara del Vallo. Nel corso delle investigazioni
è stato possibile ricostruire le dinamiche criminali che hanno
favorito lo sviluppo, nel Trapanese, di una capillare rete di
supermercati riconducibile all'imprenditore Luigi Prenci, 54
anni che è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Forte di un rapporto diretto con il vertice storico del
mandamento mafioso di Mazara del Vallo sin dalla metà degli anni
2000, Prenci avrebbe potuto espandere la propria sfera di affari
in diversi settori acquisendo la proprietà e la gestione di
numerose società. In cambio del sostegno garantitogli
dall'associazione mafiosa, l'imprenditore avrebbe assicurato a
Cosa nostra l'assunzione di affiliati e di loro parenti, aiuti
finanziari per l'avvio di nuove attività economiche e l'acquisto
di beni messi all'asta e riconducibili a prestanomi in modo da
farli tornare nella disponibilità dei boss. (ANSA).
Mafia: colpo a fedelissimi del boss Messina Denaro, arresti
Indagine su clan Mazara del Vallo, capo era un allevatore