(ANSA) - ROMA, 23 DIC - "Quattro anni di impegno intensissimo
e faticoso, seppure molto gratificante, sono sufficienti, e
credo che nella difesa dell'indipendenza e dell'autonomia della
magistratura occorra evitare ogni personalizzazione. Perciò è
giusto che altri prendano le redini della rappresentanza".
Dopo le polemiche seguite all'assoluzione di Matteo Salvini e
di Matteo Renzi, Santalucia sottolinea «che i giudici valutano
prove e fatti ed emettono un giudizio in linea con quanto emerso
dai processi. Ma un'assoluzione non significa che il processo
non andava fatto; solo nei regimi illiberali, in cui i pubblici
ministeri sono orientati dal potere e i giudici non si
permettono di dissentire, i processi si concludono sempre con le
condanne".
Sulle ipotesi di una riforma che faccia pagare i danni ai pm
in caso di proscioglimenti, Santalucia rileva - nell'intervista
rilasciata al Corriere della Sera - che "sono tutte forme
surrettizie per arrivare all'esito sotteso alla separazione
delle carriere di pm e giudici : controllare e condizionare il
pm che, rischiando una richiesta di danni a fronte di
un'eventuale assoluzione, finirà per chiedersi chi glielo fa
fare».
Infine Santalucia ribadisce la contrarietà dell'Anm alla
riforma della giustizia del governo che definisce "un progetto
che serve a introdurre forme di condizionamento della
magistratura. Lo dimostrano le reazioni alle sentenze di questi
giorni, da dove si evince che la terzietà del giudice c'è già e
funziona. Le polemiche giovano a perseguire il vero fine della
riforma, che è il controllo soprattutto dei pm, per incidere
sulla scelta di quali processi si debbano fare e quali no".
(ANSA).
Santalucia lascia la guida dell'Anm, non si ricandida
Lo rende noto in una intervista al Corriere della Sera