(ANSA) - CAGLIARI, 11 GEN - E' il giorno del dolore oggi a
Elmas, cittadina alle porte di Cagliari, dove era nata, e a San
Sperate, il paese dove viveva col marito Igor Sollai che l'ha
uccisa nel maggio scorso per poi nascondere il corpo in un
borsone ritrovato due mesi dopo. Lutto cittadino in entrambi i
Comuni per l'ultimo, straziante, saluto a Francesca Deidda,
vittima di femminicidio per mano del marito 43enne reo confesso
in carcere a Uta e che sarà processato il 26 febbraio con
giudizio immediato.
Un lungo applauso all'arrivo del feretro davanti all'oratorio
della parrocchia di San Sebastiano a Elmas. Poi l'ingresso e il
silenzio con tanta commozione per le parole pronunciate dal
vescovo di Cagliari monsignor Giuseppe Baturi.
In prima fila i parenti di Francesca, con il fratello Andrea,
gli amici, le colleghe di lavoro di Francesca, che ne
denunciarono la scomparsa a maggio. Presente anche il padre di
Sollai. Ma anche diversi sindaci dell'area metropolitana di
Cagliari e rappresentanti delle istituzioni regionali.
"L'affetto non è mai possesso e la persona non può essere
trattata per nessuna ragione come un oggetto da prendere,
possedere, scartare e distruggere. E ciò accade spesso. Mai
possessività, dedizione, mai costrizione, disponibilità al
sacrificio di sé, mai violenza personale. L'amore è vero,
diciamolo forte. Proviamo a dirlo ai nostri ragazzi - uno dei
passaggi principali dell'omelia del vescovo -. Serve un patto
educativo che metta al centro la persona e la sua attività, una
sorta di alleanza per la vita, per i giovani e per l'amore.
Certo, per vivere un amore così gratuito e rispettoso che è la
sua verità - prosegue mons. Baturi- tutto il resto è una
deformazione dell'amore. Occorre una speranza, solo chi spera
ama. Occorre una speranza infinita perché la vita eterna può
comporre ogni cosa". (ANSA).
Folla commossa e dolore per l'ultimo saluto a Francesca Deidda
Vescovo: 'l'amore è vero, diciamolo forte ai nostri ragazzi'