Cronaca

Maati prima di morire: "Non ho fatto niente, non sono stato io"

Le parole registrate dalle telecamere del bus che ha tentato di prendere

Redazione Ansa

"Non ho fatto niente, non sono stato io". Queste le parole che Maati Moubakir ha urlato al branco che lo braccava prima di essere ucciso la sera del 29 dicembre a Campi Bisenzio mentre tentava di prendere un bus. Le frasi, riportate sulla pagina on line del Corriere Fiorentino, sono registrate dalle telecamere del bus dove il giovane ha provato a rifugiarsi inseguito da chi poi lo ha ucciso e lasciato a terra.

Ieri sono stati arrestati tre giovani per l'omicidio del ragazzo: Denis Mehmeti, pratese di 20 anni, Ismail Arouii, fiorentino di 22 anni e Francesco Pratesi, fiorentino di 18 anni accusati di omicidio aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. Per gli investigatori sarebbero stati loro tre a colpire Maati con due diverse armi, prima con due fendenti alla schiena - come accertato dall'autopsia - mentre Maati cercava di scappare. Una terza coltellata lo ha raggiunto al sopracciglio e le ultime due al cuore, quando il gruppo lo ha costretto con la forza a scendere dall'autobus dove Maati sperava di aver trovato rifugio e lo ha finito in strada. Le coltellate alla schiena, sempre secondo le risultanze autoptiche, lo hanno ferito ad un rene e vicino alla colonna vertebrale. In tutto il corpo sono state rilevate anche escoriazioni ed ematomi, frutto del pestaggio avvenuto con mazze, caschi, pugni e calci prima delle coltellate. Non è ancora chiaro cosa sia accaduto esattamente quella sera: forse un apprezzamento di troppo nei confronti di una ragazza, forse vecchi dissapori tra persone di diversi gruppi, forse un'aggressione nei confronti di uno dei giovani che poi sarà indagato. Ma sembra di capire che la vittima in tutto questo non c'entrasse nulla.

Quello che è certo è che il ragazzo è stato ucciso con cinque coltellate, al culmine di un inseguimento in strada da parte del branco dal quale cercava disperatamente di fuggire. Nella ricostruzione dei carabinieri e della Procura - la richiesta di soccorso arrivò poco prima delle 6 del 30 dicembre alla centrale operativa - sono fondamentali le dichiarazioni di due persone. Una assiste alla parte finale dell'aggressione: "Ho visto alcuni ragazzi che prendevano a pugni Maati che in italiano gridava: 'Fra, non sono stato io. Lasciatemi, vi prego'. Lo colpivano con caschi e pugni. Ho visto - racconta il testimone - uno degli aggressori che lo ha bloccato mentre saliva sul bus, gli ha stretto il collo con la mano sinistra e con la destra gli ha dato una coltellata".

Un altro giovane parla di due gruppi contrapposti: a un certo punto il testimone ha visto Maati scappare e sarebbe stato rincorso da altre persone. Fondamentale è però la testimonianza che Ismail Arouii ha fatto ai carabinieri, prima di essere arrestato. Alcuni giorni dopo si è infatti presentato in caserma e ha detto che il 29 dicembre aveva passato una serata in una discoteca a Firenze e poi aveva fatto ritorno a Campi. Il giovane ha spiegato di aver incontrato due amici: li ha accompagnati a casa, ma uno dei due ragazzi è tornato con dei coltelli. Il racconto procede per ricordi ma a un certo punto Ismail ha raccontato che i suoi amici erano molto pensierosi ed agitati e, visto che nessuno parlava, ha chiesto a gran voce cosa fosse successo. A quel punto uno, ovvero Francesco Pratesi, avrebbe iniziato ad urlare "L'ho ammazzato", mettendosi le mani nei capelli. Ed un amico avrebbe risposto "Non ci sei solo tu in questa storia".
   

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