Cronaca

Collettivi e giovanissimi, le piazze della rivolta

Centri sociali, studenti e anche minorenni di seconda generazione

Manifestazione

Redazione Ansa

Piazze molto diverse fra loro si sono unite e hanno trovato un comune denominatore nella richiesta di giustizia per Ramy Elgaml, il 19enne del quartiere Corvetto, morto lo scorso 24 novembre in scooter durante un inseguimento con i carabinieri a Milano.


    Le manifestazioni, promosse dal coordinamento antirazzista che si sono svolte fra giovedì e ieri, hanno raccolto una galassia eterogenea che va della sinistra milanese agli studenti medi di Bologna.
    A Milano, la città di Ramy e dove è in corso l'indagine che riguarda il suo caso, c'è stata la manifestazione più partecipata e anche quella più pacifica, grazie anche alla presenza dei genitori e della fidanzata di Ramy che rinnovano in continuazione gli appelli a chiedere giustizia senza lasciarsi andare ad episodi di violenza.


    Ieri sera a Roma e giovedì a Torino, la protesta è stata guidata da collettivi e centri sociali. A Roma, nel quartiere San Lorenzo, presente anche il fumettista Zerocalcare. Qui è andato in scena uno scontro, con la polizia che ha caricato il corteo dopo il lancio di fumogeni e bombe carta.
    A Torino la manifestazione di giovedì sera, è stata organizzata dal Collettivo autonomo universitario, vicino all'area antagonista dei centri sociali, fra cui Askatasuna, storico punto di riferimento della galassia antagonista, uno dei centri sociali più attivi e longevi d'Italia. Anche in questo caso sono stati lanciati esplosivi verso la polizia e anche in questo caso i manifestanti sono stati respinti con lacrimogeni e manganelli.
    Diversa invece la situazione di Bologna, dove, quasi in contemporanea con quello di Milano, era stato organizzato un presidio in piazza San Francesco. Qui, come ha ricostruito anche il questore di Bologna Antonio Sbordone, non si è trattato, come negli altri casi, di una manifestazione finita male. Piccoli gruppi di manifestanti si sono infatti divisi e sparpagliati per le strade del centro della città. Per questo, a differenza di quello che è successo a Roma, non ci sono state cariche di alleggerimento fra un corteo e un cordone di polizia, ma tafferugli sparsi. Fra i manifestanti bolognesi, incappucciati e col volto coperto, moltissimi minorenni (gli studenti medi sono stati molto attivi anche nelle proteste per Gaza), alcuni dei quali di seconda generazione. In questo caso, però, con un disegno politico molto meno riconoscibile rispetto ad altre città, ma animati, sempre secondo le parole del questore, dalla "violenza per la violenza".   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it